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03 Novembre 2016 - 08:42
Laggiù a circa 5000 chilometri, su una piccola isola, in mezzo all’oceano Atlantico, batte il cuore di molti chivassesi che si manifesta in tanti piccoli gesti che diventano abbracci, per chi è stato meno fortunato nella vita, per offrire a tanti bambini una piccola speranza e qualche opportunità in più, per un futuro migliore nel loro Paese, affinchè un giorno non debbano cercarlo altrove in modo drammatico.
Dopo appena cinque mesi, si parte, anzi si riparte, per raggiungere Sao Filipe, nell’isola di Fogo, una delle dieci che compongono l’arcipelago di Capo Verde. “Dieci sassi” di origine vulcanica, a 450 chilometri dalle coste del Senegal, sferzate dal vento, martoriate dalla siccità, baciate dal sole, “riscoperte” da una ventina di anni, una seconda volta, dal turismo di massa delle multinazionali che hanno ricostruito paradisi artificiali per vacanzieri in cerca di illusioni.
Il boom del turismo ha portato tate illusioni e ben poca cosa alla maggior parte dei capoverdiani e all’economia locale. Fuori dai villaggi turistici, o dai palazzi del businnes la povertà si vede, si tocca, si respira ad ogni passo. Non c’è lavoro, non si può produrre quasi nulla, solo pietre e sabbia, scarsità di acqua, giovani senza futuro, e chi riesce a studiare può sperare di poter forse, un giorno, emigrare.
Ritroveremo i nostri cento piccoli amici, dai pochi giorni di vita ai sei anni, ospiti del Jardim Denise. Incontreremo i nuovi arrivati mentre quelli passati alle scuole elementari verranno a salutarci per ricevere il loro “pacco dono degli italiani”.
La struttura dell’asilo è stata realizzata nel 2001 da Anna e Lorenzo, italiani, di Cervere, vicino a Fossano, per ricordare la loro figlia Denise, deceduta a soli 21 anni in un tragico incidente causato da tre ubriachi.
Altrettanta attenzione ci sarà per gli anziani, quasi tutti mutilati, ciechi o ex lebbrosi, accuditi amorevolmente dalle suore Francescane. E quando c’è da fare, se si è in tanti si riesce meglio e ogni anno il numero aumenta per portare a Capo Verde tante piccole gocce di solidarietà, tante mani protese, da chi ha un po’ di più, verso chi ha molto meno o quasi nulla. E sono proprio gli occhi dei bambini, i sorrisi e le grida di gioia così come le lacrime e le strette di mano degli anziani a ripagare tutto il lavoro e l’impegno profuso. Sempre molto lungo l’elenco delle persone che “aiutano ad aiutare” e senza le quali sarebbe impossibile scrivere ogni anno un’altra pagina di questa bella storia che ha il linguaggio universale della solidarietà, della condivisione, della magia, dell’amicizia.
Mercoledì scorso sono partiti ben 15 contenitori, pieni di indumenti, scarpe, giocattoli, peluches. Viaggeranno via nave con la Intereximp di Claudio Cerrone, dal porto di La Spezia.
Porteremo anche i soldi raccolti, circa 3000 euro, che depositeremo sul conto dell’asilo. Anche quest’anno i preziosi bidoni per contenere indumenti, scarpe e giocattoli, sono stati forniti da Ernesto Besozzi della Sepi di Settimo Torinese. Grazie a Lina Borghesio presidente di “Punto a Capo Onlus” che ci consente di spedire la merce, e insostituibile l’aiuto di Anna Bonamico che opera a Capo Verde. Grazie al sostegno degli amici Beppe De Paoli, Vilma Scaggion, Giancarlo Avanzato, Gigi Caccin e Roberto Pagin. E poi al dottor Gian Luigi Scala per i medicinali, al commercialista Gianfranco Sussetto e la moglie Stefania, a Carmen e Roberto De Leo, ai sindaci di Chivasso e Caluso, Lino Ciuffreda e Maria Rosa Cena, a Renato Dutto e agli amici della Uildm Paolo Otelli e Telethon che hanno “adottato” e sostengono bambini capoverdiani affetti da distrofia muscolare. E poi grazie al miele delle api di Maria Condo, Giampiero Tallia, generoso produttore dei Nocciolini di Chivasso. Rosy Candeliere del Caffè dei Viali, Anna e Franco di Hobby Pesca e Sport, al direttore de La Voce Liborio La Mattina, a Vittorio Bevilacqua de “La Passione per il Tempo”, a Maria Giglioti, alla scrittrice Fioly Bocca, a Roberto Zollo, alle sorelle Anna e Andreana Gerardi, a Giovanna e Teresa Gabbana, a Francesco Salemi e Rosaria della “Verdini Assicurazioni”, a Elena Ratti, Erica, Sonia e Claudio Irolsini, Rosanna Malabaila, a Lorena Bassi, a Loredana Bagnato, Mariangela Disiot e amici di Settimo, a Ivano Massa di Sys-Point, a Marco e Silvana del mobilificio Pozzo, a Renato Olivero, alla pizzeria di Tony Grimaldi, a Mariangela Vernetto e a Walter Michela della Emmevi di Cuceglio. Grazie a Carla Fio, di Romano Canavese, e Lucia Danni di Pavone, a Ivana Cena, all’officina di Ivan Ballarin di Montanaro, i fratelli Cristian e Francois Mossino e staff della Unipol Sai, Renato Olivero, Patrizia Fanchini, Angela Buonamassa, Silvano Musso e Maria Pia, Silvana Benco, Roberto e Gisella Tonani, Pio Guala, Carmen Buzza, Giuseppe Gargiulo, Antonio Panfili, Adriano Pizzi, Piero Bonomo, alla falegnameria di Fausto Damigi, Ivan e Denis Sandri dell’hotel City, a Simonetta Bronzo di San Martino Canavese e al gruppo “Anna Widepeak Solidarity”. Grazie all’Idrosanitaria della famiglia Mortarotti, il Carc di Rodallo, Piero Bonomo, Franca e Daniela Rossi, Sergio Actis Giorgetto, il ristorante Pesci Vivi di Dorica Tabara, Caterina Gerardi, Loredana Brunello, Tribeca di Antonella Ferrero, Paola Cambursano e da Mogadiscio è arrivato il bonifico fatto dall’ufficiale dell’Onu Andrea Fiorindo di Cavagnolo. E poi altre decine di persone, impossibile elencarle tutte, che hanno contribuito a portare vestiti, scarpe e giocattoli, grazie ai soci del Lions Club di Chivasso per gli 800 paia di occhiali. Insieme abbiamo donato un po’ del nostro tempo e parte della nostra vita per dare vita e tempo migliori ai nostri piccoli amici. Insieme, abbiamo cercato di dare un senso alla vita. Grazie.
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