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03 Novembre 2016 - 08:20
“Vogliamo i rifiuti! Portateci altri rifiuti! Ne vogliamo ancora!”: è stata l’implorazione che i consiglieri dalla maggioranza cosiddetta di sinistra, guidati da Gianni Pipino, hanno fatto risuonare giovedì sera nella sala del Consiglio comunale. Erano chiamati ad approvare o respingere l’ordine del giorno “stop ampliamenti delle discariche” presentato da Marco Marocco del Movimento 5 Stelle. L’hanno aggirato presentando un loro ordine del giorno “sì ampliamenti”. L’hanno votato compatti da bravi soldatini: Claudio Careggio, Giovanni Scinica, Alessandro Veneruso, Antonio Marino, Saverio Trono, Michele Scinica, Domenico Scarano, Domenico Barengo, Piero Fassiano. Contrari ai nuovi rifiuti, oltre a Marocco, i consiglieri del centrodestra Matteo Doria, Gianfranco Scoppettone, Adriano Pasteris, Emanuel Bava.
Gianni Pipino, segretario del Partito Democratico variante chivassese, ha mostrato il volto ben noto a chi segue i Consigli comunali e non si lascia sedurre dalle interviste da rinnovatore rilasciate ai giornali: un politico scaltro e cinico, che porta a casa il risultato “più rifiuti” ricorrendo a espedienti da vecchissima politica. Quando Marocco ha dato lettura del suo ordine del giorno “basta rifiuti”, furbamente Pipino e la sua fanteria non gli hanno apertamente votato contro. Sarebbe stato impopolare. Hanno invece presentato un cosiddetto “emendamento” al testo del consigliere 5 stelle. Un finto emendamento. In realtà un ordine del giorno quasi completamente nuovo che ribaltava quello di Marocco e accoglieva l’ampliamento proposto dalla società SMC, chiedendo una modesta riduzione da 750.000 mc a 650.000 mc.
Il presidente del Consiglio Claudio Careggio l’ha lasciato fare, senza nemmeno chiedere pubblicamente un parere alla segretaria generale del Comune che gli sedeva accanto.
Non ha neanche fatto scattare il cronometro quando Pipino ha cominciato a leggere il finto emendamento. Careggio costa al Comune, cioè a noi, 16.000 euro lordi l’anno di indennità: se la guadagna servendo non la comunità ma chi gli ha regalato quella carica. Anche lui ha lavorato bene per conseguire il risultato “più rifiuti per Chivasso”.
Martedì c’erano altri tre protagonisti. C’erano i cittadini, molti dei quali residenti intorno alle discariche, che hanno urlato per tutto il tempo della discussione contro il sindaco, contro Pipino, contro i consiglieri “più rifiuti”. C’era il sindaco di Montanaro Giovanni Ponchia: per due volte Marco Marocco ha chiesto a Careggio di dargli la parola. Per due volte il “presidente” ha fatto finta di niente: incapace persino di usare la normalissima cortesia istituzionale verso il rappresentante di un Comune confinante. Ponchia è uno sciagurato: è contrario all’ampliamento.
Infine, non fisicamente presenti ma molto interessati, i dirigenti di SMC, la società proprietaria delle discariche, l’unica sicura beneficiaria del voto “più rifiuti” del centrosinistra. La capogruppo Waste Italia è in rosso e rischia il crack: il progetto di ampliamento, se verrà approvato dalla Città Metropolitana col consenso del Comune di Chivasso, potrebbe contribuire a salvarla dal fallimento.
Il voto “sì ampliamento” chiude simbolicamente il mandato del sindaco Libero Ciuffreda, che scade fra pochi mesi. Lo chiude lasciando in eredità una strada per il futuro: una città impoverita, inquinata, cupa, persino senza una “multisala”, dove i negozi chiudono e le discariche si allargano. Che si presenti nel furbesco travestimento pipiniano del “raggruppamento civico”, o nella versione “PD-bunker” del giovane e amabile Massimo Corcione, per le elezioni del 2017 il nome del centrosinistra è pronto: “Chivasso Wastend, la città dei rifiuti”.
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