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26 Ottobre 2016 - 15:39
Libero Ciuffreda
In Città Metropolitana martedì 18 ottobre si è svolta la “conferenza dei servizi” dedicata ad esaminare il nuovo progetto Wastend: la società SMC chiede di ampliare le discariche di Chivasso, bonificarne una e realizzare un impianto di riciclo dei rifiuti. La conferenza è e deve essere una sede tecnica, solo tecnica, non politica. I tecnici di Città Metropolitana devono accogliere o respingere il progetto. In questa conferenza non è ancora stato deciso nulla, formalmente la decisione verrà presa attraverso una conferenza successiva, a novembre o a dicembre. Sensazione personale: l’ampliamento passerà, è già passato, è già approvato. La quadra era stata già trovata prima.
Portateci pure i rifiuti, ma in fretta...
Oltre che le parole dette sono state importanti quelle non dette: il sindaco di Chivasso Libero Ciuffreda non ha più chiesto la riduzione “drastica dell’ampliamento”. Nel novembre scorso l’aveva fatto. Allora SMC voleva portare 800.000 metri cubi di rifiuti, adesso all’incirca la medesima quantità. Non l’ha chiesto nemmeno la dottoressa Paola Molina, che presiedeva la conferenza e coordinava i tecnici di Città Metropolitana.
Ciuffreda e la dottoressa Molina hanno chiesto a SMC due interventi: accorciare i tempi della bonifica della “Chivasso 1” col metodo landfill mining. Sei anni con una vecchia discarica aperta sono troppi: ci sarà molta puzza, percolato che sgorga, pareti che rischiano di crollare, rifiuti pericolosi che emergono a sorpresa, emissioni di gas, traffico di autocarri, ecc... ; rifare il capping di tutta la “Chivasso 2”, e non solo di una parte.
Non dovrebbe essere difficile trovare l’accordo. SMC chiede sei anni, Città Metropolitana e il sindaco propongono due, e trovano l’accordo a quattro. Del resto per SMC l’obiettivo principale è conseguire l’autorizzazione: alla scadenza chiederà una proroga. Il clima era rilassato: sorrisi, conversazioni cordiali e diplomatiche tra il rappresentante di SMC Giorgio Giani e tutti quanti, stravaccamenti sulle seggiole, distrazioni col telefonino. Non c’è più stata la tensione e la battaglia del novembre scorso. Da due giorni il titolo di Waste saliva in borsa. I “mercati” hanno fiutato il successo?
Una bonifica a metà
Né Molina né Ciuffreda hanno chiesto di estendere la bonifica “landfill mining” anche alla “Chivasso 2”. Pure questa discarica contribuisce all’inquinamento delle falde acquifere, pure questa è vecchia. Fra qualche anno potrebbe trovarsi nelle medesime condizioni deteriorate della Chivasso 1. Anche in questo caso contano più i silenzi che le parole.
In sostanza Molina e Ciuffreda, allineatissimi, hanno sostenuto: la bonifica landfill mining della Chivasso 1 migliora le condizioni del territorio. Però se la Chivasso 1 sta aperta troppo a lungo i benefici del landfill mining saranno vanificati. Dovete tagliare i tempi. Dobbiamo soppesare vantaggi e svantaggi. SMC deve convincerci che il “bilancio ambientale” è positivo anche ritoccando il progetto. Prevedo che SMC riuscirà a convincere Ciuffreda e Molina.
Quella volta che la Provincia disse “basta ampliamenti”
La dottoressa Molina ha affrontato la questione della delibera “stop ampliamenti” firmata nel 2008 dalla giunta provinciale di Antonio Saitta. E’ la famosa delibera sottoscritta anche dall’allora assessore all’urbanistica Giorgio Giani, ora progettista di Wastend per conto della società delle discariche. Molina ha letto il passo citatissimo: “considerata l’elevata pressione delle discariche di Regione Pozzo sul territorio circostante, l’ampliamento della discarica di Chivasso 3 dovrà considerarsi conclusivo e finalizzato al recupero della discarica stessa”. Per la dirigente la Provincia voleva dire: bisogna fermare gli ampliamenti perché il territorio è già troppo mal ridotto. Ma ora SMC ci propone un intervento, la bonifica “landfill mining”, che migliorerà le condizioni del territorio, e quindi quello “stop ampliamenti” va riconsiderato. Va fatto un “bilancio ambientale”, un confronto tra vantaggi e svantaggi dell’intervento: se i vantaggi superano i danni lo stop del 2008 è superabile. Il tecnico dottoressa Molina ha interpretato in modo discutibile quelle disposizioni della Provincia.
Una interpretazione fondata su criteri incertissimi e scopertamente favorevoli alla nuova formazione PD-SMC di Chivasso: 1. la dottoressa Molina non considera che dal luglio 2008 ad oggi le condizioni del territorio sono probabilmente peggiorate: la bonifica delle falde acquifere è fallita, nell’ottobre 2014 si è sviluppato un nuovo incendio, pochi mesi fa è stata rilevata una dispersione di metano nel sottosuolo. 2. Con quali criteri certi la dottoressa Molina riesce a calcolare il “bilancio ambientale”: c’è un metodo di calcolo scaricabile da internet? 3. Quali garanzie abbiamo che l’applicazione di una tecnica sperimentale come il landfill mining sarà efficace? 4. Ammesso che sia efficace, quali garanzie abbiamo che SMC la applicherà con accuratezza? La società ha ricevuto dalla Provincia sette diffide in dodici anni per irregolarità nella gestione delle discariche, e durante la sua gestione è arrivato nel 2011 il nerofumo da Pioltello.
Che palle quel PTC…
La dottoressa Molina ha pure interpretato a modo suo il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino. Il Piano prescrive che le discariche debbano trovarsi ad almeno 500 metri di distanza dai centri abitati. La disposizione riguarda evidentemente le discariche ancora da costruire e non quelle preesistenti. Col progetto Wastend ci troviamo di fronte ad una situazione inedita: la Chivasso 1 è una discarica preesistente, ma con la bonifica diventa una discarica nuova. Che fare? Vedi sopra: se la bonifica della Chivasso 1 migliorerà le condizioni del territorio allora tutto va bene, non c’è contrasto con il Piano Territoriale… Così sentenzia e interpreta le norme la dottoressa Molina.
L’opposizione solitaria di Giovanni Ponchia
Il sindaco di Montanaro Giovanni Ponchia, accompagnato dall’assessore Davide Zeppegno, è stato coraggioso: era isolato, ha tenuto sempre duro, ha chiesto di rispettare la Delibera Provinciale del 2008 e di respingere l’ampliamento. Ha proposto di separare il procedimento della bonifica dal progetto Wastend e di creare un Tavolo tecnico provinciale dedicato specificamente alla messa in sicurezza del territorio chivassese e montanarese e non solo. Alla fine della conferenza si è scontrato con Ciuffreda sul rapporto fra discariche e malattie.
Quando alcuni tecnici di Città Metropolitana hanno smontato pezzo per pezzo, pazientemente, meticolosamente, per la terza volta, il progetto dell’impianto di riciclo, lamentandosi di non avere mai ottenuto chiarimenti da SMC, Ponchia ha dato voce a ciò che molti pensano: “Il progetto dell’impianto di riciclo è inconsistente, e SMC non si preoccupa nemmeno di correggerlo perché all’azienda interessano le discariche e fare business con i rifiuti”.
Un progetto pieno di buchi
Non solo il progetto dell’impianto di riciclo continua ad essere lacunoso e impreciso a due anni dalla sua prima presentazione. Lacunoso è anche il progetto della new entry, la bonifica mediante landfill della Chivasso 1. Essa prevede che a lato della Chivasso 1 siano costruiti gli impianti per estrarre dai rifiuti della discarica quelli recuperabili. Questo recupero è uno dei fiori all’occhiello del progetto. Ma il dottor Soldi di Città Metropolitana ha ammonito che nel progetto le indicazioni su questi impianti sono sommarie. Al punto che il tecnico è arrivato a chiedere: datemi almeno una planimetria dei capannoni!
Un pacco ben congegnato: o no?
Nella prima versione di Wastend SMC proponeva questo scambio: noi ampliamo le discariche e vi scarichiamo altri rifiuti, ma in cambio vi costruiamo un bellissimo impianto di riciclo dei rifiuti ispirato alla filosofia Rifiuti Zero. Lo scambio non deve avere molto convinto i chivassesi, che tra pochi mesi andranno alle urne. Così ora SMC rilancia proponendo un nuovo scambio: è vero che ampliamo e vi scarichiamo un sacco di nuovi rifiuti, ma in cambio vi bonifichiamo una delle discariche e recuperiamo parte dei rifiuti ivi contenuti con un apposito impianto: solo che anche il progetto di questo nuovo impianto è mal delineato e pieno di buchi. Lo dice un tecnico di Città Metropolitana, molto preparato, non noi. Perché dobbiamo ancora fidarci di SMC?
Eppure il pacchetto era ben studiato. La precedente versione di Wastend era stata fatta a pezzi nella conferenza dei servizi del novembre scorso. SMC e l’amministrazione chivassese da allora avuto il tempo per preparare un nuovo “pacco” volto a far digerire ai chivassesi e ai montanaresi l’ampliamento delle discariche. Il sindaco Ciuffreda l’aveva annunciato già in maggio in una intervista, citando esplicitamente la tecnica del landfill mining. Ma anche questo progetto è un colabrodo. Lo dicono i tecnici di Città Metropolitana, non noi. Ci dobbiamo fidare? Oppure ha ragione il sindaco di Montanaro? A SMC interessa portate nuovi rifiuti, tenere aperte all’infinito le discariche, un ampliamento oggi e uno domani, e continuare l’unico vero business sicuro, quello dei rifiuti. I cittadini sono avvisati.
La salute? Ci pensa l’Università
Al progetto Wastend era allegata una valutazione di impatto sulla salute redatta da un professore dell’Università di Torino. Tutti, compreso il dottor Bertellini dell’ASL, hanno continuato a chiamarla “la valutazione dell’Università di Torino”. Ma è proprio così? Il professore l’ha scritta a nome dell’Università, oppure in veste di libero professionista a cui l’azienda privata SMC ha conferito l’incarico?
Pd contro M5S
La conferenza è stato anche un match politico tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Il Movimento è contrario all’ampliamento, il Partito Democratico di Chivasso è favorevole. In sala erano presenti da un lato Marco Marocco, nuovo vicesindaco di Città Metropolitana per i 5 stelle, dall’altro il sindaco PD di Chivasso e l’architetto Giani, che prima di diventare il progettista per SMC è stato candidato PD al Senato nel 2013 e assessore provinciale di Saitta. Con il suo indulgente esame del progetto la dottoressa Molina ha “votato” PD. I dirigenti pubblici di vertice fiutano l’aria politica che tira: i 5 stelle sono avvisati.
Ora scusate ma c’è la pubblicità…
All’inizio della conferenza la dottoressa Molina ha permesso all’architetto Giani di infliggere ai presenti un breve spot pubblicitario a favore di Wastend: “la filosofia di Wastend”, “la visione generale del progetto”, le “ricadute sul territorio”… Nessun argomento tecnico, solo pubblicità per l’azienda. Location concessa gratuitamente: la “Sala Stemmi” di Città Metropolitana di Torino. Mai visto una cosa del genere in una conferenza dei servizi, dove dovrebbero venire esibiti solo documenti e argomenti tecnici.
Sistemati al fondo, nell’ultima fila, c’erano i cittadini. Non avevano diritto di parola. Erano i rappresentanti di associazioni ambientaliste, partiti e movimenti contrari all’ampliamento. Ammessi solo come uditori. Hanno dovuto ascoltare per ore una montagna di balle senza poter reagire. Giusto no? In fondo chi sono? Cosa pretendono? Sono solo cittadini. Carne da macello. Devono morire. Meritano di venire nominati per il pezzo di fegato che martedì scorso è andato loro bruciato. Fabio Cipolla, Ugo Franchi, Giorgio Gozzellino, Salvatore Gregorutti, Walter Meaglia, Stefano Rodondi, Michele Racco, Paolo Zandarin, ecc... ecc…
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