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CHIVASSO. Elezioni: Falbo chiude la porta, Pasteris la riapre

CHIVASSO. Elezioni: Falbo chiude la porta, Pasteris la riapre

Adriano Pasteris

Enzo Falbo chiude la porta e Adriano Pasteris prova a riaprirla. L’argomento elezioni tiene banco nella città dei Nocciolini. Tanto nel centrodestra, quanto nel centrosinistra. Per non dire nei gruppi che hanno scelto un percorso civico in vista della chiamata alle urne della prossima primavera. Sono due i progetti civici per la Chivasso del domani. Uno, appunto, è “Chivasso Domani” del consigliere comunale Adriano Pasteris. L’altro è “Esserci” dell’ex assessore all’Ambiente Enzo Falbo. Entrambi arrivano dall’area di centrodestra e, entrambi, hanno deciso di mollare i partiti, almeno per ora, e di percorrere ciascuno la propria strada verso l’elezione di sindaco e Consiglio comunale. “Con Adriano ci siamo visti prima delle vacanze - ha spiegato, una settimana fa, dalle colonne del nostro giornale, Enzo Falbo -. Gli ho detto che ci saremmo potuti confrontare sulle idee per la città, a patto che non si parlasse di candidature a sindaco. Mi sembrava d’accordo, ci siamo lasciati con l’idea di risentirci in autunno ma poi, nel mentre, ho visto che in un’intervista s’è proposto come candidato sindaco. Bene, faccia pure, ma la nostra strada allora sarà diversa. Noi continueremo a parlare solo con chi ha davvero la volontà di mettersi a lavorare con noi... E, francamente, non ho ben chiaro che cosa Pasteris voglia fare da grande”. Per una porta sbattuta in faccia, un tentativo, seppur tiepido, di ri-apertura. “E’ vero, con Enzo ci siamo visti qualche mese fa - spiega Adriano Pasteris di Chivasso Domani - e non è detto che possiamo continuare a vederci ancora. Io ho dato la mia disponibilità a fare il candidato sindaco perché Chivasso Domani ha bisogno di un riferimento per questo ruolo. Se poi altri sono pronti a farlo e ci sono le condizioni per poter lavorare insieme, allora ne discuteremo. L’obiettivo dev’essere quello di individuare il miglior candidato sindaco possibile per la città. Mi spiace che lui l’abbia presa così sinceramente”. Se son rose, “ri-fioriranno”. Forse.
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