Protagonisti o comparse? Verrebbe da chiedere. Ormai sulla triste vicenda della Fondazione Via Maestra siamo arrivati al “dunque”. Finalmente, grazie ad una mozione, la questione è all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, luogo dal quale il sindaco si era tenuto ben lontano, perché democrazia e partecipazione si invocano alla bisogna, ma poi praticarli è tutta un’altra storia. E’ dal novembre 2015 che, con l’assessore D’afflitto, scrivono e riscrivono statuti, evitando sistematicamente di coinvolgere i consiglieri comunali. Anzi, a sentire il sindaco (vedi La Stampa del 6 luglio scorso), il Consiglio comunale con la Fondazione Via Maestra non ha nulla da spartire. A questo punto, inutile ricordargli che tra Statuto e Regolamento del Consiglio Comunale sono almeno una decina gli articoli che raccontano dei rapporti tra il Comune e i suoi Enti partecipati, compreso l’articolo 19, quello che il sindaco si è dimenticato di osservare e che prevede che “La Conferenza dei Capigruppo esamini i curricula dei candidati a rappresentare il Comune presso Enti, Aziende, Istituzioni e Società per Azioni, nonché degli obiettivi, fissati dal Sindaco, che tali rappresentanti dovranno perseguire”. Infatti, anziché coinvolgere la Conferenza dei Capigruppo, la premiata ditta D’Afflitto-Falcone si è mossa autonomamente, scegliendo tra i curricula i candidati più meritevoli (così è stato detto). Salvo scoprire, a nomine avvenute, che il duo comico D’Afflitto-Della Chiara che aveva recitato, per esigenze di copione, la parte dei (quasi) perfetti sconosciuti, già si conosceva: il neo presidente della Fondazione, Della Chiara, era anche il commercialista dell’assessore D’Afflitto. Il sindaco conosceva la sceneggiatura (così ha dichiarato), quindi nessun problema. Lo stesso sindaco, in fase di emanazione dell’Avviso pubblico per la nomina del CdA della Fondazione, dopo aver presentato al Collegio dei Fondatori (composto dal sindaco e da altri due membri) il testo del bando per la selezione, con un colpo di teatro, lo aveva modificato, riducendo la durata della carica del CdA (dai 3 anni previsti da statuto a 8 mesi, fino al 31 dicembre 2016). Ora, recitare a soggetto non dà sempre buoni risultati (bisogna essere capaci), e così la Regione Piemonte ha messo nero su bianco che, per il momento, l’annotazione nel Registro delle persone giuridiche del nuovo CdA è sospesa. Ciò nonostante, il CdA continua a muoversi come nulla fosse, approva bilanci, elabora programmi e si lamenta se gli altri due membri del Collegio dei Fondatori hanno l’ardire di avanzare qualche dubbio circa la legittimità della loro nomina. Il sindaco, al contrario, in qualità di Presidente del Collegio, si ostina a difendere l’operato, tant’è che ormai è il neo-nato trio D’afflitto-Falcone-Della Chiara a scrivere i testi (non sappiamo che genere di opera teatrale), definendo protagonisti e comparse. Ora, tutte queste cose sono ormai arci-note. Tutti sanno, anche tra i pentastellati di Venaria, che l’intera vicenda è stata gestita contravvenendo ai principi cardini del Movimento (trasparenza e partecipazione). Per capirci, per molto meno è stato messo al bando Pizzarotti. Anche questa storia è arrivata a Roma, non sappiamo con quale esito. Quello che sappiamo è che a metterci la faccia non saranno i parlamentari ma i consiglieri di Venaria che, tra qualche giorno, andranno in scena. Il sindaco ha bisogno di comparse per salvare il posto dell’assessore D’Afflitto e del Presidente Della Chiara. Naturalmente, noi auspichiamo scelgano la parte dei protagonisti, per salvare la cifra distintiva di essere “grillino”. Le due scelte sono inconciliabili.
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