Per capire quanto è importante la partita della privatizzazione dell’acqua dovreste avere “occhi e orecchie” dentro gli uffici di Smat e ATO3. Smat si appresterebbe addirittura ad ardire le vie legali contro giornalisti e dissidenti, mente ATO3 ….. ci torniamo dopo. Facciamo un passo indietro. Dal 1993 al 2016, la città di Torino è rimasta sotto stretto controllo delle forze che oggi chiamiamo Partito Democratico. In questo lungo periodo, è stato creato il substrato necessario per l’espropriazione di diversi beni pubblici, in favore di grosse multinazionali estere o di società per azioni nostrane, tra cui l’acqua. La battaglia che sta iniziando non ha a che fare tanto con sigle di partito ma è una battaglia tra opposte “visioni del mondo”. Finora, a dispetto del percorso storico, le giunte di centro-sinistra hanno appoggiato, se non addirittura creato, le strade che portano alla privatizzazione e quindi alla mercificazione dei beni primari, l’acqua in primis. Il Movimento 5 Stelle crede che, a differenza di quanto viene propagandato, il mercato non è assolutamente in grado di autoregolarsi, anzi, se lasciato libero, contribuirà ad arricchire chi già ricco ed a ridurre in miseria tutti gli altri. La battaglia per l’acqua pubblica è quindi sia una battaglia di principio sia di sostanza. Ad aggiungere legittimazione alla lotta vi è l’esito referendario del 2011, in cui 26 Milioni di Italiani hanno riaffermato di voler mantenere l’acqua pubblica. Nella strada che conduce alla privatizzazione, poche settimane fa si è abbattuto un ostacolo. Il suo nome è Chiara Appendino! Il neoeletto sindaco di Torino,comune che possiede la maggioranza delle azioni di Smat, diviene automaticamente anche presidente della Città Metropolitana, ed ecco che una preoccupazione viscerale inizia a dilagare in Smat e ATO3. Con il PD di Fassino hanno entrambi avuto “carta bianca”, perché la privatizzazione dell’acqua faceva parte del “sistema Torino” (da replicare poi in tutto il paese). Arrivati nei primi giorni di questo torrido Luglio, in modo sibillino, viene convocata per il 22, la Conferenza dell’ATO3 per l’elezione del nuovo presidente. La firma della convocazione è però di Avetta e non di Appendino come impone la convezione all’ Art 13: “La prima riunione della Conferenza è convocata dal Presidente della Provincia ed è presieduta dal componente più anziano sino alla elezione del Presidente della Conferenza.”. Il motivo della fretta e del “superamento” delle regole è abbastanza evidente, il PD ha pura di perdere anche ATO3 ed allora...... ci prova. In questo contesto di lotte per il potere e spartizioni, c’è chi dice no. Sono tre i comuni dell’AMI che si rifiutano di regalare i propri acquedotti e le proprie risorse idriche ai privati. Per questo periodicamente, per mezzo di “amichevoli” missive gli viene intimato di cedere gratuitamente i loro beni. Tra qualche giorno il tutto finirà davanti ad un giudice, ma quella data non sarà la fine di un percorso, bensì l’inizio di un cambiamento. Tutte le rivoluzioni sono nate grazie ad un semplice ma potentissimo “NO!”. Il M5s non può che apprezzare e supportare la resistenza di questi comuni “ribelli”.
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