La SMAT si accinge ad intraprendere la costruzione dell’Acquedotto di Valle, una “grande opera” da 150.000.000 di euro, che porterà l’acqua del bacino di Ceresole e Noasca fino alla pianura, servendo in totale 41 comuni. Non tutti però ne tessono le lodi e qualcuno si chiede: a chi giova? E’ il caso dei sindaci dell’Unione Montana Valli Orco e Soana che, nella riunione di fine maggio, hanno affrontato l’argomento e si sono scambiati pareri e preoccupazioni. Il presidente Marco Bonatto Marchello ha spiegato: “Si tratta di un’opera importantissima: due grandi virtù della montagna – l’Acqua e la Gravità - verranno messe a servizio della fascia pedemontana. Un’acqua di grande qualità, proveniente dalle Terre Alte del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sgorgherà da tutti i rubinetti. La SMAT, a sua volta, ne ricaverà grandi benefici in termini di risparmio energetico perché, grazie alla Gravità, dovrà fare minor ricorso alle pompe dei pozzi. Sui nostri territori peseranno invece l’impatto dei lavori e delle opere collegate, in termini di costi ambientali e di disagi subìti dalle popolazioni. I sindaci hanno il compito di salvaguardare il territorio: sarebbe meglio assumere una posizione comune e verbalizzarla”. Proposta prontamente condivisa dal sindaco di Ronco Danilo Crosasso: “E’ un Progetto Strategico ma per chi? Per la <Bassa>. E visto come si comportano nei nostri confronti tanti di quei Comuni (tra cui proprio quelli che andremo a dissetare) verso di essi la solidarietà non esiste e non può esistere: esiste solo qualcosa da chiedere e da ottenere. Non si tratta tanto di pensare alla fase di realizzazione ma a quella successiva della gestione. Vale lo stesso discorso dei BIM: la SMAT verrà su, farà i suoi lavori, si prenderà l’acqua e…tante grazie. Nel piccolo, è come con la TAV! Ebbene, senza un adeguato ritorno economico, io dico che l’acqua non dovremmo dargliela. Che vadano a prendersela altrove!” . Portacolone della minoranza ed il presidente Bonatto sono sembrati propensi a chiedere delle compensazioni mentre Crosasso punta ad “una monetizzazione, ad accordi che durino negli anni. Apriamo una contrattazione ma prima che inizino i lavori!” D’accordo con lui il sindaco di Ceresole Andrea Basolo: “Siamo stati sollecitati a proporre opere aggiuntive <minimali> ma non c’interessano. Questi vengono ad effettuare i lavori da noi ma non creano profitti: le ditte arrivano da fuori, i loro dipendenti rimangono tre giorni e nemmeno mangiano lì… Per portare l’acqua a valle verranno utilizzati i tubi dell’IREN e quindi sarà con l’IREN che la SMAT farà gli accordi. In passato ci tenevamo tranquilli con i forfait ma non è asfaltandoci una volta le strade che si risolveranno i problemi. Chiediamo subito un incontro e siamo fermi, a costo di metterci per traverso!” Sono stati ancora Crosasso e Basolo a suggerire iniziative concrete: il primo proponendo di “conferire un incarico di consulenza per capire cosa possiamo fare a livello giuridico senza metterci dalla parte del torto”; il secondo proponendo di “nominare un tecnico che segua da vicino l’evoluzione dei lavori e che ci aggiorni”.
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