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CHIVASSO. Metano ai Pogliani, allarme in discarica

CHIVASSO. Metano ai Pogliani, allarme in discarica

La discarica di Chivasso

Se fossimo in vena di scherzare potremmo titolare: “Trovato il metano a Chivasso. La città diventerà ricca”. Invece c’è poco da ridere. Da una corrispondenza fra Comune, Città Metropolitana e SMC si apprende che è stata rilevata la presenza di metano nel sottosuolo all’esterno delle discariche di Regione Pozzo. Il 16 giugno SMC ha informato Città Metropolitana della “presenza di metano presso i punti di campionamento del gas nel sottosuolo esterno denominati MB8 (limitrofo alla discarica Chivasso 2) e S38 (limitrofo alla discarica Chivasso 1)”. SMC informava inoltre di aver messo in atto “gli interventi... per incrementare l’estrazione forzata del gas dalle discariche in oggetto”. Il 23 giugno Città Metropolitana risponde con una “comunicazione urgente” nella quale chiede a SMC di dettagliare entro 15 giorni i provvedimenti tecnici finalizzati “alla messa in sicurezza delle discariche, in riferimento alla migrazione di biogas nel sottosuolo riscontrata”. Interventi che devono essere eseguiti “al fine di garantire le condizioni di sicurezza nei confronti delle abitazioni limitrofe e degli operatori presenti presso l’area delle discariche medesime”.

Non siamo tecnici e non conosciamo quanto sia grande il pericolo per i residenti. Ricordiamo però che nel 1993 si verificò una esplosione in una cantina dei Pogliani, a ben “500 metri circa a nord del sito di discarica, provocata da fughe di gas dalla discarica”: citiamo da una tesi di laurea proprio sull’argomento delle migrazioni di biogas da cave e discariche.

Ricordiamo che nella conferenza dei servizi del 4 novembre 2015 sul secondo progetto Wastend il dottor Gian Luigi Soldi di Città Metropolitana evidenziava “che la Chivasso 1 (precedente alla Chivasso 2) continua ad avere problemi di migrazione del biogas nel sottosuolo, questo vuol dire che i rifiuti, seppure deposti da decenni, continuano a produrre gas di discarica in quantità tale da generare fenomeni di migrazione nel sottosuolo esterno...”.

Da che cosa può essere prodotta la fuoriuscita del biogas dalle discariche e la penetrazione nel sottosuolo? Probabilmente il sistema di impermeabilizzazione e protezione al fondo delle discariche si usura o si crepa e comincia a “perdere”. A perdere non solo il percolato, che scende nelle falde e che ai Pogliani ha reso necessaria la bonifica in corso, ma anche il biogas, che si espande in orizzontale e rischia di finire nelle cantine delle case dei dintorni. Lo scriviamo per dire che forse la problematica del biogas disperso nel sottosuolo non c’entra nulla con quella del biogas estratto con i pozzetti collocati al disopra delle discariche. Tuttavia è bene ricordare anche questo secondo aspetto, oggetto da tempo di attenzione da parte della Provincia e di ARPA. Nel corso degli anni la Provincia ha emanato delle “diffide” a SMC e a SETA, che gestisce la Chivasso 0, proprio per irregolarità nella gestione del biogas. Ne conosciamo quattro, rispettivamente del 2005, 2009, gennaio 2014 e dicembre 2014.

Infine, va notato che le due discariche dalle quali ora proviene il metano, la Chivasso 1 e la Chivasso 2, sono le stesse che hanno inquinato le falde acquifere con ammoniaca, manganese e nichel. Un fenomeno rilevato già quindici anni e che ha costretto SMC ad eseguire la bonifica tuttora in corso. Una bonifica coronata da un tale successo che, rilevata la persistenza di ammoniaca, l’anno scorso Provincia e Comune hanno dovuto imporre alla società di rifare il progetto. Dopo gli odori, l’inquinamento delle falde, l’incendio del 2014, il biogas nel sottosuolo, ai Pogliani mancano solo la pioggia di fuoco e di grandine e l’invasione delle cavallette (citiamo rispettosamente dal Libro dell’Esodo).

Torniamo alla corrispondenza dalla quale siamo partiti. Vi leggiamo che SMC intende eseguire degli interventi di “riqualificazione del sistema di estrazione forzata del gas della discarica Chivasso 1”.

Ma la società vuole portarli a termine nel novembre 2016. Città Metropolitana non è d’accordo ed esige che SMC faccia più in fretta e finisca i lavori entro settembre. La situazione è pericolosa? Non lo sappiamo.

Però se Città Metropolitana invia “comunicazioni urgenti” e incalza SMC perché completi la riqualificazione degli impianti qualche ragione ci sarà.

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