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SETTIMO TORINESE. ADDIO A GIAN FRANCO BIANCO, AMICO DE "LA VOCE"

Quando fu inaugurata la redazione de "la Voce" nel 2009, Gian Franco Bianco mi scrisse, in sintesi, di fare un giornale sempre vicino alla gente. Un consiglio nobile, per nulla scontato. Era un modello di professionalità, nella scrittura e durante la diretta televisiva. Grazie al compositore Henoel Grech, ho avuto la fortuna di conoscerlo. Era giusto scrivere il ricordo settimese di Gian Franco Bianco, spesso in città per seguire i concerti del musicista Henoel e le attività dell'associazione Pensiero Fluente Onlus. 
Gian Franco Bianco al centro, con Sandro Venturini (a sinistra) e Henoel Grech al termine del concerto estivo del 2006 in piazza della Libertà Gian Franco Bianco al centro, con Sandro Venturini (a sinistra) al termine del concerto estivo di Henoel Grech (a destra): era il 2006, l'anno delle Olimpiadi invernali a Torino
Gian Franco Bianco se n’è andato a soli 64 anni, lasciando un vuoto incolmabile. Si è arreso ad un tumore incurabile e ad un destino crudele, dopo aver combattuto con tenacità esemplare contro la malattia. Il celebre conduttore del Tg3 Regionale era anche un socio onorario dell’associazione settimese Pensiero Fluente, presieduta dal musicista e compositore Henoel Grech. Il giornalista della Rai è stato il primo ad aver creduto nelle qualità artistiche del settimese. Henoel Grech nel 2001 lavorava alla Pirelli, ma era già un musicista. Sognava di realizzare colonne sonore per docufilm o servizi giornalistici. Conobbe Gian Franco Bianco in una birreria a Torino. Davvero per caso. “Andai al suo tavolo, mi presentai e lasciai un biglietto da visita – ricorda Henoel - . Gli raccontai le mie musiche, in poche parole. Lui mi ascoltò, mi disse di portare una cassetta con i miei brani in via Verdi, alla sede della Rai. Gian tornò dall’Argentina e mi chiamò dopo aver ascoltato la demo. Iniziò così la mia storia da musicista”. I primi brani furono destinati ai servizi giornalistici Rai, poi Henoel firmò le sigle dei mondiali di sci nel 2004 e nel 2006, quelle delle indimenticabili Olimpiadi invernali di Torino. E tante altre ancora. Nello stesso anno, fu inaugurata l’associazione Pensiero Fluente presieduta da Henoel. E nello stesso anno, l’artista lasciò la Pirelli per dedicarsi finalmente soltanto alla musica. “Volevamo fare un sodalizio culturale, ma poi diventò una onlus dopo aver conosciuto la storia di Padre Cristoforo Testa, un sacerdote piemontese originario di Montanaro impegnato a salvare bambini abbandonati a Salvador De Bahia in Brasile – racconta ancora Henoel - . Padre Cristoforo era uno dei protagonisti del documentario “Me pais tropical” sui piemontesi emigrati in Brasile, realizzato da Gian Franco insieme a Paolo Girola e all’operatore Stefano Rogliatti. L’avevamo proiettato al teatro Garybaldi. La nostra associazione, presentata l’8 marzo 2006 sempre al Garybaldi, raccolse dei fondi da destinare alla realizzazione di una scuola a Salvador De Bahia”. Era stata una serata bella, emozionante, applaudita da una platea numerosa. Così Bianco fu nominato socio onorario dell’associazione, insieme a chi vi scrive e alla celebre danzatrice orientale Aziza. Gian Franco Bianco venne a Settimo in occasione dei concerti estivi di Henoel e fu molto vicino anche al giornale “La Nuova Voce”, quando fu inaugurata la redazione e anche quando i locali di via della Repubblica 9 furono presi di mira da un atto vandalico messo a segno con due grossi petardi, il 29 dicembre 2009. Aveva chiesto e condotto lui il collegamento in diretta con Buongiorno Regione al mattino, su Rai Tre. Era un giornalista vero, preciso e appassionato. Un cronista attento ai dettagli, faceva vivere l’evento al telespettatore scegliendo parole e ritmo con accuratezza. Era un volto rassicurante in Tv per migliaia di famiglie. Schietto con gli amici, era una persona speciale, unica, capace di trasmettere la bellezza dell’istante e della vita. Anche don Paolo Mignani ha celebrato una messa in suo ricordo, domenica 3 luglio, nella parrocchia di Mezzi Po: lo aveva conosciuto qui a Settimo, durante le serate di Pensiero Fluente. “Io sono arrabbiato con il destino, non riesco a darmi pace – conclude Henoel - . Gian non meritava questo. Per me è stato un punto fermo, una guida nei momenti difficili. Con lui ho seguito tutto il percorso olimpico, da Atene a Torino e tanti altri eventi resi indimenticabili anche grazie alla sua capacità di raccontarli. Ci mancherà tanto”. Le esequie sono state celebrate a Borgo San Dalmazzo, la città in cui ha vissuto l’infanzia, nella mattinata di venerdì 1 luglio. L’ultimo saluto ad un giornalista che ha raccontato per anni con passione il nostro Piemonte.      
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