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Cari consiglieri a cinque stelle

Santi numi ma che pena mi fate in fila sugli scranni del Consiglio Comunale. Cari consiglieri a cinque stelle ma che sorte vi è toccata? Difendere al oltranza un assessore il cui operato è esattamente il contrario dei principi di partecipazione e trasparenza che (giustamente) vi sono tanto cari. Del resto, non essendo del Movimento, forse, è dispensata dal doverli osservare. Purtroppo, però, in questa assai penosa storia della Fondazione Via Maestra, sta trascinando con sé il sindaco (e probabilmente anche il segretario comunale). Proprio quest’ultimo non sa come uscire da questa vicenda, tant’è che ha fatto pervenire un documento in cui prende velatamente le distanze dall’operato della Fondazione e dichiara che il bando, anche se riportava una scadenza del CdA contraria allo statuto, non dovrebbe avere vizi di legittimità, salvo precisare che il suo non è un parere pro-veritate (cioè non è chiamato a risponderne). Traduzione: mi hanno detto di fare così, e così ho fatto, speriamo nessuna ricorra e, soprattutto, speriamo che la Fondazione, nel frattempo, trovi un avvocato disposto ad emettere un parere (questa volta pro-veritate) che l’atto è legittimo. Altrimenti il problema rimane. Il problema, però, rimane comunque, anche se si trovasse un avvocato giusto al momento giusto. Infatti, oltre alla legittimità del bando, l’avvocato (ammesso che lo si trovi) dovrebbe anche spiegarci come sia stato possibile (e chi è stato) modificare il testo del bando dopo che era stato congedato dal Collegio dei Fondatori, per ridurre da tre anni (secondo statuto) a otto mesi la durata del CdA. Cioè, per fare un esempio, una giunta approva una delibera, poi un‘ora dopo un assessore o il sindaco passa dall’ufficio del segretario e chiede di modificarne una parte. E’ possibile? E’ politicante scorretto, moralmente discutibile o giuridicamente rilevante? O cos’altro? In realtà i problemi sono molti altri e basta leggersi i verbali del Collegio dei Fondatori e raccogliere qualche informazione, per comprenderli tutti. I documenti non lasciano scampo all’assessore e al sindaco che dal mese di novembre 2015 non raccontano la verità circa le loro vere intenzioni ed evitano qualunque coinvolgimento del Consiglio comunale, nonostante, in caso di modifiche statutarie, sia proprio lo statuto della Fondazione a prevederlo. La conferma di questo è arrivata lo scorso marzo, quando, dopo cinque mesi in cui assessore e sindaco hanno sempre negato fosse avvenuta una modifica dello statuto (è sufficiente leggere il verbale del 19 novembre del Collegio dei Fondatori per capire che una votazione c’è stata), durante una commissione consiliare, i consiglieri pentastellati hanno finalmente appreso che erano già state tentate senza successo due modifiche dello statuto della Fondazione, senza peraltro informare la Regione (informata successivamente). Modifiche che nessuno sa dove siano state scritte e discusse. Per i meno informati, le modifiche avevano l’obiettivo di permettere all’assessore di diventare anche presidente della Fondazione Via Maestra. Opzione discutibile ma legittima, meno si comprende perché tutto sia avvenuto in gran segreto, mentendo e negando, e senza coinvolgere le istituzioni preposte. La vicenda è diventata grottesca quando, recentemente, si è appreso che fallito l’obiettivo della presidenza della Fondazione, l’assessore ha ripiegato nominando, attraverso il sindaco (e il Collegio dei Fondatori), il proprio commercialista (si è scoperto dopo) quale presidente della Fondazione. Naturalmente era il curriculum migliore tra quelli pervenuti. Tra l’atro, a questo punto, ci chiediamo anche quale sia la provenienza dell’altro membro, sconosciuto ai più, non vorremmo scoprire ex-post si trattasse di un amico di famiglia… Ora, già l’episodio degli arredi dell’ufficio pagati ex-post dalla Proloco, con tanto di visita guidata all’Ikea, aveva suscitato non poche perplessità; senza contare, secondo il parere di chi di Legge ne sa più di me, il risvolto giuridico della vicenda. Anche nel caso Fondazione, sempre sentendo il parere chi di Legge ne sa più di me, qualche rilievo giuridico ci sarebbe. Ma lasciando ai magistrati il loro lavoro, qualora ne avessero voglia e tempo, restando sul terreno della politica, cari consiglieri a cinque stelle di Venaria, mi piacerebbe sapere, mettendo insieme tutti questi elementi, cosa avreste detto e fatto foste stati ai banchi dell’opposizione. Cari consiglieri a cinque stelle, io penso che di fronte ad un assessore con una condotta simile, la consigliera, Chiara Appendino, senza indugio, ne avrebbe già chiesto le dimissioni.
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