Carlo De Benedetti, tessera n. 1 del PD, presidente del Gruppo L'Espresso, amministratore delegato e presidente Olivetti dal 1978 al 1996, è in attesa che il Tribunale di Ivrea emetta la sentenza nel giudizio che lo vede imputato per omicidio colposo e lesioni colpose gravissime a causa dell’esposizione all’amianto dei lavoratori della Olivetti. Il PM ha già chiesto per Carlo De Benedetti la condanna a 6 anni e 8 mesi. Le motivazioni dell’accusa sono pesantissime: "i manager dell’Olivetti erano al corrente del pericolo, ma non hanno protetto i loro dipendenti. (...) L’azienda preferì risparmiare". In attesa - e a prescindere - dall’esito giudiziario di questa ennesima tragedia che vede vittime persone, malate e morte per l’esposizione scellerata all’amianto, si può immaginare che la causa si svilupperà sui diversi gradi di giudizio e durerà ancora molto tempo: magari il tempo necessario a far cadere alcuni reati in prescrizione. Chi lo spiegherà ai cittadini chiedono giustizia? Ci penserà Matteo Renzi, così come aveva fatto dopo il vergognoso caso Eternit (in cui centinaia di vittime dell’amianto avevano assistito inermi alla "cancellazione" dei loro diritti), con le solite parole al vento, date in pasto a TV e giornali? "Va cambiata la prescrizione. C’è domanda di giustizia. Mi colpisce e mi fanno venire i brividi le interviste ai famigliari delle vittime che mostrano una grande dignità, persone che credono nella giustizia più di quanto ci creda qualche servitore dello Stato". Queste parole sono state pronunciate il 20 novembre 2014 e, a distanza di quasi due anni, la domanda di giustizia è cresciuta così come il numero di famigliari di vittime che, con dignità, chiedono che la giustizia non sia sottoposta alla tagliola della prescrizione. Nel caso Olivetti, la difesa di De Benedetti ha affermato che la morte non sia dovuta alla malattia, ma ad altre cause: se così fosse, non si parlerebbe più di omicidio colposo, ma di reato di lesioni gravissime e De Benedetti - insieme ad altri imputati - si ritroverebbe a un passo dalla prescrizione (di cui ha beneficiato, peraltro, anche in passato).La riforma sulla prescrizione è in alto mare, e a tratti affidata alle soluzioni proposte da Verdini &Co. che, ovviamente, non risolvono nulla. Il M5S ha una proposta chiara: la prescrizione deve interrompersi al momento del rinvio a giudizio. Abbiamo già detto più volte che il M5S voterebbe anche l’interruzione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma il PD preferisce accordarsi con Verdini. Infine, vale la pena di chiedersi: gli imprenditori a cui si ispira il PD sono come De Benedetti? E’ doveroso, in rispetto di un vero imprenditore come Adriano Olivetti, ricordare le parole pronunciate dal PM: “Questo non è il processo alla Olivetti di Adriano Olivetti ma all’Olivetti che dagli anni settanta da quei valori si è distaccata”. Quest'articolo di Alfonso Bonade (portavoce M5S Camera) evidenzia in modo chiaro come il modello Olivetti abbia subito un drastico cambiamento nel decennio successivo alla morte di Adriano. Mancato il leader, gli speculatori hanno utilizzato l'Olivetti per interessi personali, smembrandola e vendendola al miglior offerente. Successivamente, sfruttando il sentimento progressista che il pensiero di Adriano aveva creato, hanno imbastito una fitta rete politica che, mascherandosi dietro quell'ideale, ne perpetra l'esatto l'opposto. “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti persempre.”
Abraham Lincoln
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