Sapete che c’è. C’è che questa storia dei siti Unesco ci sta cominciando a far venire l’orticaria. Eravamo rimasti fermi, a gennaio, alla notizia che la Commissione nazionale Unesco aveva dato il via libera al dossier guidato dalla città di Bergamo “sulle fortificazioni della Serenissima”, preferendolo a “Ivrea capitale industriale del xx° secolo”. Si era poi aggiunto però anche che Ivrea sarebbe già stata in Pole position per la candidature del 2017. E invece? Udite, udite. Si scopre oggi, ma probabilmente per qualcuno era già chiaro anche in allora, che a luglio, a Instanbul, al tavolo del comitato internazionale, non ci sarà Ivrea e non ci sarà neppure Bergamo. Toh guarda! Fra le 29 candidature proposte per il 2016 nessun luogo storico o naturale sarà presentato dall’Italia per la concessione del riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità”. E si scopre anche che come Bergamo, ma messi meglio di Ivrea, di siti italiani in lista di attesa, ce ne sono la bellezza di altri 38, ma anche questo se non lo si è mai sottolineato è perchè, probabilmente, non si è mai avuta l’intelligenza di un approfondimento. E sono tutti luoghi meritevoli, di rilevante interesse storico, naturale, posti unici nel loro genere e grandi attrattive di turisti. Parliamo di Orvieto, Parma, Pavia, Lucca, Padova con la Cappella degli Scrovegni o contesti naturali come la Maddalena e l’isola dell’Asinara. Almeno un paio le domande che, a questo punto, sarebbe utile farsi. La prima: perchè mai a Instanbul l’Italia non c’è? La risposta (farà ridere ma è quella che stanno dando un po’ tutti) è che il “belpaese” di siti Unesco ne ha già 51, contro i 48 della Cina, i 44 della Spagna, i 41 della Francia e i 40 della Germania e la direttiva della diplomazia mondiale mira ad allargare la rosa dei partecipanti e dare spazio ad altre nazioni. La seconda è nel merito e fa riferimento proprio a Ivrea. Ha un senso andare a spendere ulteriori denari, (s’intende oltre ai 450 mila euro già spesi), in una gara ad ostacoli il cui traguardo sembra una meta irragiungibile. Non è che per caso tutta sta gran cagnare serve ad avere una giustificazione per spendere e spandere a più non posso, facendo leva sull’amore che i cittadini naturalmente hanno per le proprie città? Il sospetto ce lo abbiamo solo noi o è un comune sentire? E dire che per capire come butta basterabbe a tutti un giro sulla rete. Si scoprirà che il nome di “Ivrea” va per la maggiore in tantissimi articoli pubblicati dalle più blasonate testata, prima in gara con Bergamo, adesso in competizione addirittura con “Taormina”. Con Taormina? Che è un po’ come andare in guerra con le scarpe di cartone. “La candidatura di Taormina la riteniamo meritevole di riconoscimento da parte dell’Unesco - ha commentato di recente Eligio Giardina, sindaco della città sicula - non per un fatto campanilistico ma per il fatto che Taormina è semplicemente il posto più bello del mondo. Noi non facciamo guerre e non voglio entrare nel merito di una competizione con Ivrea. Loro facciano la loro strada, noi faremo la nostra. In ogni caso vogliamo che vengano valutate le reali caratteristiche dei luoghi e non altri aspetti». E quel Giardina, che magari arriverà anche ultimo e sarà messo in lista di attesa con altri venti, dice però anche di avere un piano B, la candidatura di Taormina e del parco dell’Etna insieme nella prima riserva della biosfera.... Insomma una bomba o una colata di lava su tutti gli altri aspiranti, ivi compresa Ivrea....
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