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17 Giugno 2016 - 09:19
Il sindaco Angelo Cappuccio di Santhià ha incaricato un legale di recuperare dalla società Alice Ambiente le compensazioni ambientali che quest’ultima non avrebbe versato al Comune. All’azione legale potrebbero associarsi Alice Castello e Cavaglià.
Per comprendere le ragioni dell’azione legale occorre risalire a qualche anno fa, quando le autorità competenti rilevarono che la discarica Alice 2, sita nel Comune di Alice Castello ai confini con Santhià e Cavaglià, rilasciava inquinanti nel terreno sottostante. Alla proprietà fu imposta l’effettuazione di una bonifica. Le operazioni furono affidate alla società “Alice Ambiente” oggi del gruppo Waste/Sostenya, lo stesso che attraverso la controllata SMC possiede le discariche di Chivasso. Le attività di bonifica presero il nome di Alice 3. Nel 2014 la Provincia ha giudicato fallita la bonifica. Ma questo è ancora un altro capitolo della vicenda. La bonifica si compone di alcune distinte operazioni, tra le quali il conferimento di 1,2 milioni di metri cubi di materiali pari a un peso di 800.000 tonnellate. Come compensazione, la società doveva versare 2 euro a tonnellata ai Comuni interessati: ovviamente Alice Castello più i limitrofi Santhià e Cavaglià. Ma le loro amministrazioni ritengono che la società abbia conferito almeno il doppio di tonnellate senza versare le relative compensazioni in più. Ecco perché oggi i tre Comuni chiedono alla società la cifra mancante.
Nel frattempo, nei martoriati Comuni della Valledora continua la battaglia di cittadini e ambientalisti contro le continue richieste di realizzare nuove discariche o di ampliare quelle esistenti. Proprio in questi giorni è all’esame la domanda di ampliamento di una discarica di Cavaglià, gestita da una società controllata dalla milanese A2A, che è anche proprietaria della centrale Edipower di Chivasso. I sindaci del Biellese, riuniti nel Cosrab, il consorzio dei Comuni che si occupa dei rifiuti, si sono già pronunciata a favore dell’ampliamento. Giovedì 16 giugno si svolgerà in Provincia di Biella la conferenza dei servizi che potrebbe autorizzarlo. Contro l’ampliamento si è più volte pronunciato il Movimento 5 Stelle. Il gruppo regionale ha presentato interrogazioni in consiglio regionale firmate dal capogruppo Giorgio Bertola. Il M5S ritiene che in ogni caso la domanda di ampliamento dovrebbe venire esaminata solo dopo che la Regione avrà approvato il Piano Regionale delle Acque. La Valledora è area di ricarica di falda acquifera, quindi del tutto inadatta ad ospitare discariche. Il PTA regionale presumibilmente riconoscerà questa importante caratteristica del territorio, e tale riconoscimento dovrebbe finalmente mettere la parola fine alle discariche della Valledora.
E’ la stessa posizione del Movimento Valledora. A pochi giorni dalla conferenza dei servizi di giovedì il Movimento ha emanato un comunicato nel quale chiede alla Provincia di Biella di respingere la domanda o almeno di rinviare la decisione. Tre consiglieri comunali di Cavaglià (Lucia Scagnolato, Silvio Aiassa e Nicola Gagliardo) hanno firmato un comunicato simile. Alla richiesta di attendere l’approvazione del Piano Territoriale delle acque della Regione, i due documenti aggiungono una considerazione. Molti Comuni della Provincia di Biella continuano a non fare la raccolta differenziata o a farla in percentuale insufficiente. E scaricano i loro rifiuti nella Valledora, a danno dei Comuni e dei residenti della zona. Troppo comodo, protestano ambientalisti e consiglieri comunali. Bloccare l’ampliamento della discarica costringerebbe i Comuni inadempienti a impegnarsi nel miglioramento della raccolta differenziata.
Intanto nei pesi della Valledora si moltiplicano i “lenzuoli” colorati appesi ai balconi con la scritta: “Basta discariche!”
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