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TRINO. Lutto per il sopravvissuto del Lager

È la storia di un uomo che i trinesi non potranno mai dimenticare quella di Luigi Manfredini, l’ex internato di un piccolo lager della Germania mancato venerdì scorso a 91 anni. Figlio del fattore della tenuta Veneria di Lignana, Luigi trascorse gli anni della sua giovinezza tra la povertà e la sofferenza della seconda guerra mondiale, in un campo di concentramento tedesco al confine tra la Polonia e la Cecoslovacchia. Senza cibo né vestiti. Tornato a casa dalla madre, diventò meccanico di mezzi agricoli per poi formare una famiglia tutta sua sposando Lina Pollone, maestra trinese. Gli episodi della sua esperienza, a Trino dove viveva, li conoscevano tutti. Da ex presidente dell’associazione nazionale Ex Internati nei Lager qual era stato, li raccontava ogni anno durante le celebrazioni del 25 aprile, giorno della Liberazione dall’occupazione nazi- fascista. Ma Luigi Manfredini non è ricordato solo per questo. Era suo, infatti, il maglione con scollo a V che rese “eterne” le forme generose dell’attrice Silvana Mangano nel film “Riso Amaro” di Giuseppe De Santis. L’aveva preso al volo da un camion in corsa dei soldati americani nel ’45, appena liberato dal campo di concentramento dove era rinchiuso. Era un maglione militare marrone, a coste ma arrivato a casa se l’era fatto tingere di un viola- bordaux acceso. Prima che venisse impiegato nel film, il trinese lo indossava come indumento da lavoro quando lavorava nella sua cascina Veneria, che fu anche set cinematografico del film. “Un giorno- era il suo racconto più bello- si presentò il regista De Santis che chiese a noi gente del posto alcuni vestiti per rendere l’abbigliamento del cast più vero. Io gli diedi la mia maglia americana”. Va’ ad immaginare che sarebbe entrata nella storia del cinema. “Sorridendo- raccontano gli amici ed i parenti che gli erano vicino- diceva sempre che stava meglio indosso a Silvia Mangano che a lui. E anche se ormai sono passati tantissimi anni dalle riprese, lui si ricordava ancora tutti gli aneddoti capitati sul set”. Come quando era intervenuto personalmente nelle riprese per creare una scena di pioggia, girata in un giorno di sole. “Andò fino dai vigili del fuoco per farsi prestare un’elica per creare il vento. Per i lampi, invece, si mise a sfregare dei fili elettrici scoperti”. Perché era così Luigi Manfredini, un uomo buono e sempre disponibile a dare una mano a tutti od a scambiare qualche parola. Il suo unico rammarico, non aver più ricevuto indietro il suo maglione, nonostante le promesse del regista. “Amava immaginare- continuano gli amici- che la Mangano avesse voluto tenerlo con sé per ricordo…”. I funerali di Luigi Manfredini si sono svolti ieri, lunedì 30 maggio, nella chiesa parrocchiale di Trino.
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