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02 Giugno 2016 - 09:23
Fogne a cielo aperto nel centro di Chivasso? Pare di sì, se andiamo a vedere la roggia San Marco nei pressi di via Paleologi. In questi giorni c’è pochissima acqua, il letto non è stato pulito di recente, comincia a fare caldo, la puzza sale, i residenti si lamentano. Protesta la signora Carminia Valenzisi, cha abita al civico 11. Una casa i cui balconi si affacciano proprio sul corso d’acqua. Chi esce sul balcone non respira proprio aria buona, e non ha nemmeno la soddisfazione di pescare il salmerino alpino.
Il problema non riguarda solo via Paleologi, ma tocca molti altri chivassesi, perché la roggia San Marco attraversa tutto l’abitato, da Ovest a Est, dalla zona del Parco Mauriziano all’Ospedale e oltre. Grosso modo segue il percorso di quella “circonvallazione” di fatto costituita da via Berruti, via Cairoli e via San Carlo.
Ma a chi compete pulire la roggia? Al Comune, in base alla convenzione stipulata nel 2014 con il Consorzio Irriguo Roggia San Marco e Roggia Campagna. Il Consorzio deve mantenere in ordine i corsi d’acqua al di fuori dell’abitato, il Comune deve occuparsi del tratto fra le case. E’ infatti “a carico del Comune di Chivasso... la manutenzione della roggia San Marco nel tratto del concentrico dell’abitato di Chivasso capoluogo, compreso nel tratto a Sud della ferrovia Torino-Milano nel parco del Mauriziano e fino al ponte sulla San Marco di via Coppina, e la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla pulizia delle griglie”.
Forse non è facile mantenere pulito il corso d’acqua.
Altri residenti sottolineano che nella roggia versano troppi scarichi abusivi: solo acqua di cucina, si spera, o forse anche qualcosa di più profumato. Ci dicono che il Comune dovrebbe intervenire e imporre la chiusura degli scarichi abusivi. Effettivamente nel maggio del 2014 il Comune emanò un’ordinanza che imponeva ai privati che versano le acque di cucina e del bagno nella roggia di allacciarsi alla pubblica fognatura. Pena la chiusura degli scarichi. Un provvedimento assunto per ragioni di “igiene pubblica”. Ma non sappiamo quanti si sono messi in regola, e se il Comune ha controllato.
Anche il Consorzio Roggia San Marco però deve fare la sua parte. Infatti nella convenzione del 2014 si impegna “a garantire anche nel periodo estivo il defluire del minimo vitale delle acque lungo la roggia San Marco tale da evitare il ristagno della stessa, e di conseguenza pericolo per la salute pubblica o quantomeno cattivo odore”. Il Consorzio mantiene questo impegno? Per “periodo estivo” si deve intendere solo dal 21 giugno in poi? E quant’è il minimo vitale?
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