"Le vostre paure sono le mie, i vostri timori, i miei", così ha affermato il sindaco di Rocca Canavese Fabrizio Bertetto in merito all'accoglienza dei migranti che da quattro settimane sono ospiti a Case Min. L'arrivo di venti persone ha spinto Bertetto ad organizzare un incontro per spiegare alla cittadinanza il motivo della loro presenza. Nonostante fossero presenti un delegato della Prefettura e due operatori della cooperativa Versopro e sebbene le dinamiche di accoglienza siano le stesse di molti altri paesi del Canavese e delle Valli di Lanzo, i rocchesi non sono usciti per nulla persuasi dalla Cà Veja dopo l'incontro di giovedì 12 maggio. "Venti migranti in una frazione di dieci persone? Ma con che criterio li mandate?", ha chiesto un cittadino, "Si vedono ben vestiti con tute dell'Adidas e cellulari che non mi possono permettere", ha affermato un altro, mentre c'è chi era interessato solo ai costi: "Vorrei sapere quanto spendono per l'affitto, quanto per mangiare, quanto per spostarsi". A nulla sono servite le spiegazioni delle dinamiche di accoglienza e di protezione previste per i richiedenti asilo e illustrate dalla delegata della Prefettura nè le varie attività organizzate per e con i ragazzi di cui ha parlato l'operatore della cooperativa, e tanto meno le motivazioni che giustificano la presenza dei migranti proprio lì, a Rocca Canavese. Per fortuna qualche voce fuori dal coro si è alzata. Una giovane mamma ha ricordato la precedente esperienza tra Rocca e i migranti facendo cenno ad alcuni disordini che si erano verificati in paese. Allo stesso tempo però ha menzionato la gentilezza e la loro disponibilità, soprattutto a dialogare. Forse ai rocchesi non è chiaro che da qui deve iniziare la convivenza? Dal dialogo, dalla comunicazione. I ragazzi non parlano neanche la nostra lingua. Ma guarda caso sono tutte le domenica in chiesa ad ascoltare la messa, come ha anche ribadito Don Goso all'incontro. Forse parlare con loro, conoscere i loro nomi aiuterebbe a superare molti timori e paure. Anche se ad essere aiutati, secondo il protocollo, dovrebbero essere i migranti.
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