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il Sindaco di diritto...

il Sindaco di diritto...

Delrio e Fassino

Torino è in piena campagna elettorale. I torinesi dovranno scegliere il futuro Sindaco del capoluogo e non solo. Grazie ad una demenziale legge, il partito dominante ha deciso che il Sindaco del capoluogo diventerà anche Sindaco di una delle più grandi Città Metropolitana d'Europa: la nostra Torino. Ma cosa c'è di democratico quando solo il 40% dei cittadini ha pieno diritto di scegliere il proprio Sindaco mentre il restante 60% non ha più quel diritto? Nulla! Anzi, il partito dominante ha creato una nuova ed anomala figura di autorità politica: il “Sindaco di diritto” a cui sono comunque conferiti poteri analoghi a quelli del Sindaco di ogni Comune. Una legge talmente demenziale che non permette di esercitare meccanismi di controllo e responsabilità politica nei confronti di Sindaco e del Consiglio metropolitano: infatti non si può sfiduciare il Sindaco Metropolitano. E il suffragio universale che fine ha fatto? La prima votazione amministrativa a suffragio universale, dove le donne hanno potuto partecipare al voto è stato l'anno 1946. Anche l'imposizione per legge della cosiddetta “quota rosa” nelle giunte comunali o di dare futuro diritto di voto agli stranieri quando oggi neanche più gli italiani possono votare hanno il gusto amaro della beffa. Un'inaccettabile presa per i fondelli! Per esercitare i propri diritti bisogna conoscerli ma soprattutto avere il tempo e la voglia di farli rispettare da chi, in ogni luogo e modo, non vuole riconoscerceli. Sono decenni che, nel nome della semplificazione, i partiti ci tolgono diritti per lasciarci solo i doveri. Dotti, medici e sapienti ci dicono che stanno semplificando la nostra vita e così, insieme a milioni di altri italiani, non perderemo più tempo a ricordare i nostri diritti ma ci sarà qualcun altro che ci ricorderà solo dei nostri doveri. Semplice. Ma il piano non è solo antidemocratico. Il governo taglia i fondi ai Comuni e alle Provincie che a loro volta si trovano costrette a tagliare servizi ai cittadini. Un sistema senza controlli che manda allegramente in vacca le società partecipate dai Comuni per dimostrare che il pubblico non funziona. Un disegno preciso, destabilizzante che nulla ha di democratico e quando crolleranno le prossime scuole e usciranno di strada altre auto per la totale mancanza di manutenzione, i partiti ci chiederanno di privatizzare, di vendere ciò che è nostro invece di prendere a calci nel sedere chi non ha amministrato il bene pubblico. Se vogliamo dare un futuro a questo paese non basta aspettare e sperare, occorre partecipare! Che ognuno si impegni in prima persona se vuole che le cose cambino, perché solo insieme possiamo farcela!
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