La loro sfortuna è stata quella di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. I trinesi residenti nelle vicinanze dell’ex fonderia Prolafer perdono tra gli 8 ed i 10 anni di vita potenziali. Lì, l’insorgenza dei tumori è più alta che altrove. L’aspettativa di vita, più bassa rispetto alle altre zone della città. A confermarlo sono gli ultimi dati shock pubblicati dall’Osservatorio socio- ambientale trinese (Osat) che, guidato dai ricercatori in Epidemiologia ambientale e Statistica medica dell’Università del Piemonte Orientale, i dottori Christian Salerno e Lucio Palin, dal 2013 effettua studi statistici per individuare i numeri dei decessi causati dalla Prolafer, attiva a pieno regime dal 1959 al 1992. I risultati dell’ultima indagine epidemiologica sono sconcertanti. Confrontando le cartelle cliniche di 123 lavoratori Prolafer, di cui 65 già deceduti, con quelle di 240 commercianti trinesi si è potuto notare come, nei primi, “l’età media di decesso è di 70 anni”. “Perciò- scrive l’Osservatorio socio- ambientale trinese- è stimabile che siano stati persi tra gli 8- 10 anni di vita potenziali”. Lo studio, inoltre, “ha evidenziato eccessi statisticamente significativi con rischi intorno alle 6 volte in più rispetto ai commercianti per totale tumori, tumori al polmone, all’ apparato respiratorio, tumori del colon- retto”. A rendere ancora più shoccanti i dati, il fatto che il campione dei 240 commercianti risulta più anziano degli operai della fonderia. “Valori cosi elevati di rischio- è il giudizio dei ricercatori dell’Osservatorio- difficilmente potranno essere ridotti più di tanto anche nel momento in cui si potranno considerare fattori come il fumo e alcool. Inoltre è auspicabile che le stime attuali di rischio siano sottostimate visti i dati parziali su cui è stata applicata l’analisi”. In sostanza, la situazione potrebbe essere ben più grave. Ma già quattro mesi fa, l’Osservatorio trinese aveva dimostrato come vivere vicino all’ex Prolafer potesse essere considerato un fattore di rischio per l’insorgenza dei tumori. Confrontando il quadro clinico (età, lavoro, stile di vita, cause del decesso in famiglia) di 950 trinesi residenti in un’area entro gli 800 metri dalla fonderia con quello degli altri 6.500 abitanti, era venuto fuori che, proprio negli anni in cui la fabbrica era a pieno regime, il rischio di morire per patologie respiratorie era di cinque volte superiore nei quartieri vicini alla fabbrica. Sette e dieci volte superiori i decessi per cancro allo stomaco e leucemia. Ed in attesa della relazione completa, che verrà consegnata all’amministrazione comunale nel mese di aprile, il sindaco Alessandro Portinaro ha fatto sapere che “i risultati dei dati saranno utili per individuare anche eventuali responsabilità”.
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