O così, o così. La nuova pista ciclabile in via di realizzazione nella zona nord della città, lungo via Ceresa, contestata dai residenti, non verrà modificata. Resterà così com’è, anche se occupa una fetta consistente della carreggiata. Anche se ha tolto la possibilità di lasciare l’auto sotto casa a più di un chivassese della via. Anche se le transenne che la delimitano possono essere un ostacolo pericoloso per gli automobilisti in transito e per chi deve entrare o uscire con l’auto dal proprio cortile. Il sindaco Libero Ciuffreda e l’assessore all’Ambiente, con delega alle piste ciclabili, Massimo Corcione - che vive proprio in via Ceresa e che ha nei suoi vicini di casa i principali detrattori del progetto - l’altra sera in Consiglio comunale sono stati categorici. Alla faccia di quei firmatari di una petizione, finita sulla loro scrivania, che chiedevano alla Giunta di rivedere i suoi piani... “Parcheggiare l’auto sotto casa, in via Ceresa, è un beneficio che bisogna scordarsi - ci è andato giù pesante Ciuffreda -. Noi abbiamo in mente una città dove se devi raggiungere l’auto vai in bicicletta o meglio ancora a piedi. Queste attività dovranno essere educative, soprattutto verso chi seguirà il nostro incedere nella vita... Non solo continueremo nei nostri progetti, ma lo faremo finché avremo denari da spendere. Nella speranza di averne ancora altri. Non ci spaventano le critiche, soprattutto perché abbiamo una visione progettuale della città. Creeremo più ostacoli possibili perché i cittadini non usino più le automobili”. E se la pista ciclabile di via Ceresa è “un obbrobrio”, per dirla alla Adriano Pasteris, la colpa pare non essere dell’amministrazione... Sentite un po’ qua com’è intervenuto Corcione, rispondendo all’interrogazione firmata da tutti i gruppi consigliari di centrodestra. “Alcune azioni che vengono intraprese a difesa del pedone e del ciclista sono figlie di una scelta politica - ha spiegato Corcione -, mentre spetta ai tecnici decidere quali materiali utilizzare e come fare. Noi decidiamo che devono essere realizzate delle piste ciclabili, poi sono i tecnici a decidere come farle. Io ho una laurea, ma mica in architettura...”. Come dire: se la pista ciclabile è troppo larga e le transenne che la delimitano troppo brutte, chiedete un po’ conto ai tecnici di Palazzo Santa Chiara. E poi ancora. “Dicono che sono stati eliminati dei parcheggi - ha aggiunto Corcione, replicando alle polemiche sollevate dai suoi vicini -: è vero, sono stati eliminati otto parcheggi fronte casa ma ne sono stati creati altri 25. Via Ceresa è a senso unico, quindi si parcheggia solo su un lato: lo dice il codice della strada. Se fino ad oggi è stato tollerato un certo modo di parcheggiare l’auto in via Ceresa, questo non dà alcun diritto a continuare a posteggiare in quella maniera. Abbiamo ascoltato tutti i cittadini e continueremo a farlo, ma i nostri progetti andranno avanti”.
“Quella pista ciclabile è orribile”
Della pista ciclabile di via Ceresa s’è discusso, ampiamente, l’altra sera in Consiglio comunale grazie ad un’interrogazione dei consiglieri comunali di centrodestra. “Io non ci sto a passare per quello che è contro l’ambiente, le isole pedonali e le piste ciclabili - ha inforcato Adriano Pasteris -. Noi non abbiamo un’idea diversa della città: la critica che muoviamo è un’altra. E’ che quella pista ciclabile in via Ceresa, così com’è stata pensata, è orribile. Mi fa paura, poi, sentir dire che questa amministrazione vuole ostacolare le auto: un conto è l’utenza cittadina che vuole muoversi liberamente, come crede, anche se oggi sono davvero pochi quelli che usano la bicicletta, un altro è creare degli ostacoli a chi, dai paesi vicini a Chivasso, vuole venire in città! E’ vero, come dice il sindaco, che il centro di Torino è pedonale, ma qui siamo a Chivasso e non ci sono parcheggi sotterranei che ci permettono di lasciare l’auto per proseguire a piedi”. “Non si può scaricare la responsabilità politica sui tecnici come avete fatto - ha attaccato Matteo Doria del Nuovo Centrodestra -. Questa amministrazione deve assumersi tutte le sue responsabilità. La pista ciclabile di via Ceresa non è bella e forse non è nemmeno utile. C’erano altri collegamenti, da realizzare prima”.
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