L’asilo nido “Teresa Noce” di Montanaro nell’occhio del ciclone. Francesca Sardo, storica dipendente della struttura di via Garibaldi, ha perso il lavoro. Il nuovo gestore, il presidente della società “AsiliZeroSei srl” Tommaso Larizza, ha deciso di licenziarla nonostante il bando emesso dal Comune vietasse il licenziamento del personale. “Mi hanno licenziata in malo modo dicendo che non avevo superato il mese di prova - ha accusato la dipendente, che ha iniziato a lavorare per Città Futura nel 2011 -. Nel 2014 sono stata assunta come ausiliaria alle pulizie ma sono anche educatrice, quindi se c’era bisogno di dare una mano per i bambini la davo”. Sempre lei ha anche riferito che, inizialmente, doveva trattarsi di una soluzione provvisoria. “All’inizio, quando mi hanno parlato di questa situazione mi hanno detto che mi avrebbero chiamato e che avrei anche potuto svolgere il ruolo di educatrice ma poi hanno iniziato a fornire versioni ogni volta sempre diverse e all'ultima hanno deciso di lasciarmi definitivamente a casa”. Il posto di Francesca Sardo è tutt’ora occupato da un’altra ragazza. “È stata assunta come responsabile un po’ di giorni prima del mio licenziamento e adesso ha preso il mio posto”. E se da un lato il gestore Larizza ha giustificato il suo gesto dicendo che “non ci sono bambini e le rette di quelli che abbiamo non bastano per coprire i costi del personale” dall’altro a “scendere in lotta a tutela del buon servizio, dei bambini e tutela del posto di lavoro” sono stati i sindacati montanaresi. In una nota stampa di pochi giorni fa la Fp-Cgil di Vittorio Mecca e la Csa di Roberto Loiacono hanno bollato il clima che si respira nell’asilo come una “situazione insostenibile e caotica” e hanno negato nel modo più assoluto la volontà di accettare le condizioni della nuova gestione. “Se la motivazione è il contenimento della spesa - hanno scritto riferendosi al licenziamento della dipendente - non si capisce come mai un’altra persona abbia preso il suo posto”. Ad intervenire cercando di calmare le acque è invece il sindaco Giovanni Ponchia che, durante un incontro avuto con i genitori dei bambini venerdì pomeriggio, ha ipotizzato anche la chiusura del nido. “Il problema è che ci sono 13 bambini iscritti e gli stipendi di quattro dipendenti da pagare - ha infatti dichiarato -. Se aumentasse il numero degli iscritti la situazione si potrebbe aggiustare, in caso contrario tra qualche mese mi vedrò costretto a sciogliere il contratto. È chiaro che con tutta questa cattiva pubblicità sarà difficile ottenere altre iscrizioni. L’amministrazione ha fatto tutto quello che si poteva fare mentre il nuovo gestore è l’unico che si è presentato al bando, se non c’era lui l’asilo nido avrebbe già chiuso a luglio”. E mentre nel marasma generale si cerca di capire quale sarà il futuro del “Teresa Noce”, gli scioperi sembrano già essere all’orizzonte…
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