La Città Metropolitana ha messo in vendita la scuola elementare di Cudine, una frazione di Corio, dedicata alle vittime del noto genocidio del 17 novembre del 1944, in cui persero la vita 27 partigiani. È stato comunicato domenica 23 agosto, durante un incontro partigiano che si è tenuto a Piano Audi (Corio), in un discorso pronunciato da Stefano Bona, vice coordinatore di zona dell'Anpi. L'atto di vendita trova conferma con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana dello scorso 7 agosto. E all'edificio è già stato assegnato un prezzo base di vendita: 138mila euro. Questa è la somma che dovrebbe coprire il valore dello sforzo e delle tante ore di lavoro che impiegarono le associazioni e i cittadini per costruire insieme quell'edificio. La scuola, terminata nell'autunno del 1969 dal Comitato per le onoranze dei caduti della Liberazione delle Valli di Lanzo e Ceronda, è situata proprio dove sono stati trucidati i 27 uomini, per ricordare i "Martiri del Cudine", da cui prende il nome. Ogni anno a novembre si ricorda quel genocidio con una solenne cerimonia dell'Anpi e dei cittadini. Questo perchè ogni anno si trasmette l'importanza di non dimenticare la storia. Anche se sono trascorsi quasi quarant'anni dall'ultima volta che la struttura è stata utilizzata come una scuola, e da allora è stata ceduta alla Provincia di Torino, ora Città Metropolitana, la scuola dei partigiani non merita di essere venduta. E nemmeno svenduta. Il valore storico della struttura supera qualsiasi proposta di un potenziale offerente. Non è possibile vendere un edificio che appartiene all'identità del nostro paese, che ha fatto la nostra storia, e con essa la storia delle nostre valli. Susanna Costa Frola, sindaco di Corio, ha così commentato: "Faremo un'azione comune insieme all'Anpi. Per il momento siamo entrati in contatto con alcuni consiglieri della Città Metropolitana per verificare i vincoli e le clausole dell'atto di donazione, che dovrebbe far risultare l'edificio solo ad uso culturale" Potrebbe quindi essere sufficiente comprovare le clausole e i vincoli della cessione dell'immobile alla Provincia per evitarne la vendita. A quel punto non sarebbero solo i vincoli ad essere rispettati, ma anche il valore dell'edificio, che ancora una volta ci ha permesso di ricordare che la storia non è in vendita.
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