Dicevano che con Smat la gestione del servizio idrico di Rondissone sarebbe migliorata. Dicevano che ci sarebbero stati benefici e solo benefici per i cittadini. Lo diceva il sindaco Miriam De Ros e lo ripeteva convinto il suo vice Maurizio Martin: “Chiuderemo il depuratore e rimetteremo a posto l’acquedotto”. Dicevano anche che il passaggio al servizio idrico integrato era inevitabile : “Se non lo facciamo entro aprile verremo sanzionati”. Lo dicevano più o meno sei mesi fa ma lo dicevano e basta. Di tutte le urgenze sbandierate ai quattro venti, non una che sia una è stata ancora affrontata. Il depuratore è ancora là e le tubature usurate dell’acquedotto pure. A tanta fretta di prendere una decisione, tra le proteste di decine di cittadini riunitisi in un comitato per la difesa dell’acqua pubblica, oggi fa da contraltare altrettanto immobilismo... Pochi giorni fa il gruppo guidato da Barbara Squillace e Andrea Spagnolo, insieme a Mariangela Rosolen del Comitato Acqua Pubblica di Torino, ha commentato una notizia giunta direttamente dal Parlamento: approvare una legge per rendere facoltativa l’adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato per i comuni con popolazione inferiore ai 3 mila abitanti. Quella di Rondissone si aggira intorno ai 2 mila residenti. “Si tratta di un disegno di legge che andrà a modificare il Decreto Legislativo n. 152/ 2006 in materia di tutela ambientale. Sta per essere votato in Parlamento ed ha delle buone probabilità di passare - dichiarano i componenti del Comitato-. Questo significa che comuni come il nostro potranno avere una gestione diretta del proprio acquedotto. Ma probabilmente spiega anche la fretta e furia che il sindaco aveva nel voler cedere il servizio idrico a Smat”. Probabilmente spiega anche l’attuale immobilismo dell’amministrazione... “Forse già allora conoscevano le intenzioni del Parlamento ed hanno voluto velocizzare i tempi- continuano-. Non potevano invece aspettare qualche mese ed ascoltare le richieste dei cittadini?”. Un’ultima domanda, infine, sorge spontanea al Comitato ma anche a noi: “Se quella legge passasse e dovesse avere potere retroattivo- applicabile alle decisioni prese prima dalla sua entrata in vigore- il sindaco Miriam De Ros sarebbe disposto ad abbandonare Smat e riprendersi la gestione dell’acquedotto?”.
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