La sua storia è giunta in redazione grazie alla segnalazione di un cittadino che ci ha chiesto di aiutarlo. La sua storia è il quadro dell’ennesima vittima della crisi economica che da anni affligge l’Italia. Abbiamo deciso di scriverla perché non potevamo non farlo ma soprattutto perché vogliamo lanciare un appello affinchè qualcuno lo aiuti. Ci rivolgiamo al sindaco Roberto Buscaglia, all’amministrazione comunale, all’assessorato alle Politiche Sociali, ai vigili, al Ciss, alle associazioni ed alla Croce Rossa. Ci rivolgiamo anche ai cittadini e a tutti quelli che, con un po’ di aiuto e solidarietà, sono in grado di fare qualcosa per lui. Offrirgli un’occupazione, una casa, qualcosa che gli permetta di sopravvivere in modo degno. Non facciamo il suo nome per rispetto della sua dignità. E’ un brandizzese di 60 e la sua triste storia comincia con la perdita del lavoro. Faceva l’autista e fino a poco tempo fa la sua auto percorreva chilometri e chilometri per guadagnarsi da vivere. Con il licenziamento sono arrivate le prime difficoltà economiche: poi è arrivato lo sfratto e quello che una volta era lo strumento del suo lavoro, da poco più di una settimana è la sua nuova casa. Proprio così, la sua auto non corre più ma è ferma in un parcheggio all’ombra degli alberi di piazza Carlo Ala. Sotto la biblioteca, la stazione dei vigili urbani e della Croce Rossa e due passi dal Comune. E’ sotto gli occhi di tutti ma nonostante questo in pochi lo hanno notato. Si trova anche a due passi dal punto Smat, dove ogni giorno riempie la sua bottiglia per bere un po’ d’acqua. Tutti, con un po’ di attenzione, possono notare come è costretto a vivere: la sua macchina piena di valige, asciugamani e coperte. I sedili gli fanno da cucina, da sala da pranzo e da camera da letto. E’ lì che dorme, mangia e che trascorre la maggior parte della giornata... la sua nuova quotidianità. Ogni tanto, quando qualcuno lo nota e gli rivolge la parola, lui gli sorride e si ferma volentieri per una chiacchierata. E’ una persona simpatica ma anche pacata. Non vuole dare fastidio a nessuno ma due parole non bastano per chi ha davvero bisogno di aiuto. Ci appelliamo quindi alla solidarietà di tutti i brandizzesi nella speranza che la sua storia possa avere un lieto fine.
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