Cerca

VEROLENGO. Stan chiudendo tutti

VEROLENGO. Stan chiudendo tutti
C’era una volta un piccolo paese di nemmeno 5 mila anime. Aveva una lunga via piena di negozi come strada principale. Fruttivendoli, bar e farmacie pullulavano uno accanto all’altro. Panetterie e piccoli negozi di generi alimentari erano il punto di incontro di mamme e nonne indaffarate che volevano scambiare quattro chiacchere. Non è passato molto tempo, eppure andando oggi a Verolengo, sembra una vita fa. Arrivando da Chivasso, corso Delio Verna è irriconoscibile. Serrande abbassate e scrostate, vetrine rotte ed impolverate, interi immobili messi in vendita sono i segni tangibili di quanto il commercio e l’economia verolenghesi, e non solo, siano messi in ginocchio dalla massacrante crisi economica.  Per rendersi conto di quanto quest’ “epidemia” di chiusure e fallimenti sia ormai inarrestabile, è sufficiente farsi un giro lungo la via centrale in un giorno qualunque. La situazione è veramente drammatica. E’ sufficiente entrare in corso Delio Verna- ci si arriva svoltando in via Trento dopo essere usciti dalla SS31bis- e superare di qualche metro piazza Unità d’Italia per incontrare le cinque vetrine sprangate del civico 1. Se non fosse per le sedie di plastica accantonate una sull’altra, qualche scarpa lasciata in giro sul pavimento ed i cartelloni alle pareti staccati- per non dire lo strato di polvere che imbianca ogni superficie- si direbbe che il negozio fosse piuttosto recente. Forse lo era, ma ora non lo è più. Qualche passo più in là ci porta nella piccola piazza Piave: è sufficiente uno sguardo sulla destra per incrociare dei vetri coperti da giornali e carta ormai ingialliti dal sole. L’insegna bianca in alto, con qualche lettera ormai sbiadita ci dice che tempo fa quella era una farmacia. Sotto i portici, tornati nel corso principale, lucchetti e serrande abbassate sono anche i biglietti da visita degli esercizi situati al 18/a ed al 24. Davanti a noi, c’è poi il civico 36: i suoi locali hanno visto alternarsi una panetteria ed un negozio di bomboniere. Da qualche anno sono desolatamente vuoti. “Qui sopravvivono solo le onoranze funebri- commenta una cittadina passandoci accanto-. I negozi aprono ma dopo tre mesi sono già chiusi”. Finito corso Delio Verna, seguiamo il suo suggerimento, ci giriamo per tornare indietro ma percorrendo i portici all’altro lato della strada. La situazione non migliora. Al 63/a dietro i battenti chiusi si intravede un salone di acconciature, al 57 c’era un piccolo negozio di alimentari: ha chiuso perché i proprietari sono andati in pensione: sono passati 7 anni e non ha ancora riaperto. Continuando il nostro giro, incontriamo altre serrande abbassate, altre serrature arrugginite, altre porte sprangate. Dal civico 49 al 29 ce ne sono talmente tante che i verolenghesi non sanno più dire di cosa si trattasse. Uno forse era un bar, ma poteva anche essere una cartoleria. Verolengo si sta trasformando sempre di più in un “dormitorio”, un paese pieno di gente la notte ma privo di una propria identità di giorno. I verolenghesi, ormai è certo, vivono la loro vita altrove. “Verolengo non è diversa da tutti gli altri comuni del territorio - commenta, sconsolata, Rosanna Giachello, sindaco del paese -. Qui come altrove la crisi si trascina ormai da anni e, purtroppo, è inevitabile che anche il commercio ne risenta. Qui le chiusure si notano di più perché il nostro paese è molto più piccolo di una città come, ad esempio, Chivasso...”.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori