“L’errore è mio e me ne assumo tutta la responsabilità: credevo così tanto negli ideali e nel messaggio che un’opera del genere potesse trasmettere che ho approvato la bozza senza pensarci due volte. Mi sono fidato troppo, lo so, ma l’ho fatto perché l’idea che la figura di Giuseppe Prono fosse dipinta sulla parete della scuola a ricordo della lotta partigiana mi piaceva tantissimo”. Sono parole cariche di delusione, e di amara sorpresa, di quella “sorpresa” che colpisce solo i fatti inaspettati, quelle del sindaco Giovanni Ponchia. Il primo cittadino di Montanaro, di fronte alla polemica del murale realizzato da Zerocalcare ed i Volkswriterz, ha deciso di far valere le proprie ragioni. A trasparire è la convinzione di chi sa di “essere nel giusto”. “La nostra posizione non è assolutamente ideologica - spiega Ponchia insieme ai suoi assessori Davide Zeppegno ed Arcangelo Gallon -. Quello che mettiamo in discussione è il metodo con cui il murale è stato realizzato. Il simbolo della stella ed il calendario con la firma non dovevano essere inseriti non per motivi di orientamento politico ma perché non comparivano nella bozza. Io da sindaco non posso permettere che questo accada”. Non rispettando il bozzetto originale, infatti, il murale è a tutti gli effetti un “abuso edilizio”. Ma ad infastidire l’amministrazione comunale è soprattutto il fatto che, così com’è disegnato, il graffito assume una valenza politica. “La condivisione con tutti i cittadini è da sempre un punto del nostro programma elettorale quindi, quando ho avuto l’occasione di fare qualcosa in cui tutto il paese si identificasse, ho accettato volentieri. Oggi non è così perché quel muro rappresenta solo i membri di Restiamo Sani - continua. Per poi rimarcare -. Potevano mettere la scritta ‘Comunista’, disegnare la bandiera delle Brigate Garibaldi con la stella rossa al centro. Potevano mettere tutto quello che volevano ma il simbolo no. Quello non era autorizzato. Poi sinceramente ci chiediamo quale sia il nesso della firma di un comitato ambientalista con un’opera storica”. Dunque, che fare? La richiesta del sindaco, quindi, è quella che gli autori rimuovano stella e firma entro il 31 luglio. “Abbiamo fatto già un incontro in Giunta ed ho anche inviato una lettera ai proponenti ed agli artisti per chiedere di riportare il murale alla bozza originale - spiega Ponchia -. Alcuni membri del nostro esecutivo stanno lavorando per cercare di trovare una soluzione: è chiaro che l’abuso deve essere rimosso, altrimenti passerebbe il messaggio che nel mio Comune si può fare tutto ciò che si vuole e non è così. Le regole sono uguali per tutti, ideali o non ideali”. Al sindaco, intanto, resta una profonda amarezza. “In primis per l’atteggiamento di Restiamo Sani - conclude -. Abbiamo condiviso insieme tante battaglie e mi sorprende, oggi, vedere come si siano comportati in questa vicenda. Quindi per il tam tam che questo caso ha avuto. Ho letto sui social network commenti e post molto pesanti nei confronti della mia persona. A casa mia non sono più sereni e mi chiedono perché ho deciso di fare il sindaco. Francamente, io ho chiesto solo il rispetto delle regole: ho dato un dito, fidandomi, e si sono presi il braccio...”.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.