Tritoni crestati, tritoni punteggiati, rospi smeraldini, raganelle italiane e rane di Lessona. Sembra di essere al Museo delle Scienze, invece ci troviamo a Torrazza. Proprio qui, nella zona industriale del piccolo paese a ridosso di Chivasso, sono stati rinvenuti alcuni piccoli anfibi di interesse comunitario. In parole semplici, si tratta di specie di animali protette e tutelate dal Ministero dell’Ambiente e addirittura dall’Unione Europea. A scoprirle è stato Andrea Ciraci, studente universitario di Livorno Ferraris ad un passo dalla laurea magistrale in Biologia dell’Ambiente all’Università di Torino. È lui a raccontare la sua scoperta. “Quando ho tempo vado sempre in giro alla ricerca di Rettili e Anfibi- inizia-. Più o meno verso la fine di aprile e gli inizi di maggio, sono capitato per caso nella zona industriale di Torrazza”. Lì, in quel terreno poco distante dal centro, una volta veniva estratta l'argilla: “La presenza di questo substrato impermeabile garantisce il formarsi di acquitrini dopo le precipitazioni piovose- spiega lo studente-. Si è venuto a creare così un'interessante ambiente acquatico, con una vegetazione acquatica ben sviluppata. Il risultato è una zona umida molto bella e adatta agli anfibi, come ormai si fanno fatica a trovarne specialmente al di fuori della aree protette”. Le specie più interessanti ritrovate, a detta di Andrea, sono sicuramente il tritone crestato italiano e il tritone punteggiato italiano, il primo risulta anche elencato negli allegati II e IV della Direttiva Habitat, un documento che si propone di “salvaguardare la biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna nel territorio europeo”. “I siti riproduttivi di questa specie meritano tutela rigorosa- tiene a precisare-. L’acqua è importante per la riproduzione degli anfibi perché le loro uova, non avendo il guscio, devono essere deposte per forza nell'elemento liquido”. È in acqua che le uova si schiudono, ed è sempre in acqua che le larve completano la loro metamorfosi prima di andare sulla terra ferma ed è lì che ritornano da adulti per riprodursi. “Se il sito venisse distrutto, sarebbe una grave perdita... Soprattutto perchè le due specie di tritone sono minacciate e in declino a livello regionale, proprio per la scomparsa dei siti riproduttivi, quindi lasalvaguardia di ogni singola popolazione è importante. Inoltre, tutelando il sito per la specie più rilevante trovata e protetta a livello europeo, ovvero il tritone crestato, ne beneficerebbero anche tutte le altre specie ritrovate”. Ma perché proprio nella zona industriale di Torrazza? Come bisogna comportarsi a questo punto? sono le domande che sorgono spontanee davanti alla scoperta. A rispondere è sempre Andrea: “Il ritrovamento è stato abbastanza sorprendente in quanto il sito si trova quasi completamente immerso in un contesto antropizzato, circondato da capannoni industriali, dall'impianto fotovoltaico. L'unica "zona naturale" è una piccola zona boscata non molto distante. Gli animali evidentemente erano presenti da qualche parte nelle vicinanze del sito, e non appena si è venuta a creare questa zona umida, l'hanno prontamente colonizzata”. La prima cosa da fare, quindi, capire se il sito fosse già conosciuto a livello comunale e regionale. “Nessuno in Regione sapeva della presenza degli animali in quel posto così sono andato in Comune per chiedere alcune informazioni e ho scoperto che la zona si trova su un terreno di proprietà privata”. L'incognita resta il futuro del terreno, e quindi del sito: “Ora - conclude Andrea- sarebbero auspicabili dei contatti tra il Comune e il proprietario, per parlare un po', per scoprire se ha qualcosa in mente riguardo l'utilizzo futuro del terreno ed eventualmente provare a trovare un accordo per far sì che venga garantita la conservazione del sito e delle specie protette”.
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