E’ domenica 18 febbraio 1990. Circa 500 cittadini si mobilitano in corteo per dire “no” ai rifiuti dell’Acna di Cengio, smaltiti nella discarica di regione Roletto Superiore. Una manifestazione pacifica, da piazza del Municipio, sino davanti alla società “La Torrazza srl”. Una manifestazione per chiedere al sindaco di allora Bruno Cena (Pci), la firma di un’ordinanza di chiusura dell’impianto. Oggi come ieri, di nuovo lì, davanti ai cancelli. Pochi o tanti non importa. Oggi come ieri, con un unico obbiettivo, mantenere alta l’attenzione su una storia, una brutta storia, cominciata, quasi per caso, nel lontano 1979, con una delibera di consiglio provinciale in cui si indicava un’area (la Fornace Nigra) da destinarsi allo smaltimento di rifiuti assimilabili agli urbani. Poi l’errore, clamoroso, nel 1981, sindaco il Cavalier Bernardo Nigra (DC), con la concessione edilizia per la recinzione, il peso e un gabbiotto per il custode. Tanto bastò, per il tacito assenso. Da allora la discarica, ampliamento dopo ampliamento, non si è più fermata, così come non si sono mai fermati i comitati, i gruppi di cittadini, quelli che hanno a cuore questa terra, “perchè è l’unica che abbiamo e perderla sarebbe un errore irrimediabile (Diderot)”. Si comincia fin da subito con una lista civica, alle elezioni del 1980, tra i personagi di spicco c’è il geometra Riccardo Bracco e poi tanti altri fuori dal giro dei partiti. Non ce la fanno, ma la protesta continua, in seno alla maggioranza, da una parte il sindaco Cena, dall’altra il segretario del suo stesso partito Nino Scianna pronto a inaugurare la stagione delle denunce al Tar, che qualcosa producono, se non altro nell’allungare i tempi delle autorizzazioni. Più o meno in contemporanea la prima associazione ambientalista in salsa torrazzese, l’Ira, con Gualtiero Marana presidente per tanti anni e poi con Vanni Cagnotto. Memorabili le battaglie combattute nel salone comunale, tra le tante una, durante la quale il verolenghese Gino Lusso (docente universitario) si prese a male parole con Bruno Cena, dopo un’arringa di Mario Maglione di Rondissone. Ci viene ancora in mente il socialista Franco Luciani. L’impegno e il tempo che ci mise nella battaglia alla discarica gli costarono, addirittura, un fallimento dell’azienda. Ci vengono in mente tante cose ma anche sforzandoci non riusciamo a trovarne uno, nei ricordi di questi 30 anni, che ci abbia guadagnato a scendere nell’arena per dare battaglia. Tutti, semmai ci hanno perso qualcosa, a cominciare dal proprio tempo libero che è già un bel dire. Tutti nel loro piccolo hanno tenuto alta l’attenzione. Tutti hanno dato un po’ di loro stessi a questo piccolo paese. Per questo spirito di sacrificio saranno ricordati e anche per questo “bocciamo”, senza alcun dubbio, le recenti polemiche tra ambientalisti o contro quei cittadini che in questi ultimi anni si sono interessati al problema dei rifiuti, impegnandosi per come sanno fare e con tutto il tempo a disposizione che avevano. Per questo critichiamo chi, comodamente seduto davanti ad un computer, da mesi passa il tempo a lanciare strali senza senso su tutto e tutti, dal suo profilo facebook. Per questo comprendiamo quei 500 che in una domenica di tanti anni fa, si misero a marciare e oggi, dopo tanti anni e dopo tanto parlare, di marciare, davvero di voglia non ne hanno più .
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