Cerca

Buo e il suo sogno chiamato ciclismo

Buo e il suo sogno chiamato ciclismo

Ugo Buo, secondo in alto da sinistra

Una vita per il ciclismo. Ugo Buo ha corso per un decennio in Italia e fuori dai confini nazionali, ma, anche una volta appesa la bicicletta al chiodo, non ha mai smesso di appassionarsi a questo sport. Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Piemontese Corridori Ciclisti presieduta da Guido Messina, medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre ai Giochi Olimpici di Helsinki 1952 e cinque volte campione mondiale nell’inseguimento individuale, il chivassese ha nel cuore i vecchi valori dello sport come lealtà, fratellanza e le amicizie coltivate sin dagli anni dell’attività agonistica. Dilettante dal 1957 al 1966, Buo ha accarezzato in carriera il sogno di passare professionista, ma gravi motivi di salute lo costrinsero al ritiro. I sogni, per quanto sembrino irraggiungibili, a volte diventano realtà, ma la vita di tutti i giorni può regalare gioie ancora più grandi, come il matrimonio con Teresina Golzio, conosciuta proprio grazie al ciclismo durante un collegiale a Castiglione. “La decisione di smettere non è stata facile – incalza Ugo - ma ho ragionato e ho preso la decisione giusta, sposandomi. Non sarei mai diventato un campione, ma un buon corridore sì, un valido gregario”. Le persone speciali hanno una luce intensa negli occhi quando parlano delle loro passioni e per Buo è così quando ricorda sia sua moglie sia le tante sfide affrontate sulla strada: “Ho iniziato a correre in bici a 16 anni, nel 1957. Il Fiat, la Settimese Ulla, il Cavallino Rosso e la Ibac, sono state queste le mie squadre, anche se prima di ritirarmi avevo suscitato l’interesse di team prestigiosi come la Legnano e la Cynar Frejus, le migliori in Italia a quei tempi”. Il ciclismo è un’onesta fatica che non porta i milioni, ma Buo il suo milione lo ha vinto in bicicletta, nel 1961: “A Valle San Nicolao, ricordo bene quel giorno. Un bel successo ed un premio da favola: in quegli anni era una cifra importante”. Tutte per distacco le altre 8 vittorie in carriera, tra cui il capolavoro in Francia al VII Trophee Cycliste International Grand Prix de la Tour de Mare e l’affermazione al Pian della Mussa nel 1962, gara chiusa con una media da capogiro: quasi 38 chilometri all’ora! Buo amava gettarsi a capofitto giù per le discese, sfidando sé stesso, correndo rischi ed a volte tagliando il traguardo stanco e trionfatore, in altre solo spossato e con più di un graffio o livido. Ma il ciclismo è fuori dalla vetrina degli sport per ricchi: è fatica, sport allo stato puro. Sì, in carriera ha corso fianco a fianco con ciclisti come Franco Balmamion, Italo Zilioli, Vito Taccone e Vittorio Adorni, solo per citarne alcuni. Non avrà raccolto i loro risultati sui pedali, ma Ugo ha vissuto la sua passione per tutta la vita, inseguendo ogni giorno non un avversario, ma un sogno: il ciclismo stesso.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori