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BRANDIZZO. “Quali orge! Noi vogliamo lavorare”

BRANDIZZO. “Quali orge! Noi vogliamo lavorare”
Un locale accusato da mesi di essere la location di blindatissime “orge” sulla falsa riga dei film “Eyes Wide Shut” e “50 sfumature di grigio”. Un locale accusato di lavorare pur trovandosi in situazione di abusività. Da qualunque angolo la si guardi, la storia che da mesi è sulla bocca di tutta Brandizzo ha un non so che di paradossale. Sentite un po’ qua. Il protagonista è Giorgio Grasso, presidente dal 2012 dello Sporting Club, l’associazione di promozione sociale, culturale e sportiva di via Maestro Rossi. Seppur vicinissimo al cimitero comunale, il locale è sempre stato la meta preferita dai ragazzi per le feste di leva e dalle famiglie con bambini per i pomeriggi in tranquillità. Questo fino a quando, a luglio, non sono nati i primi problemi con la proprietà, la società brandizzese “Gemelli 83”, ed i suoi soci, alcuni dei quali sono stati, e sono tutt’ora, amministratori comunali. “Sapere che alcuni dei soci erano membri del Comune, era per me una garanzia dell’idoneità della struttura - racconta Grasso -. Ma così non è stato. Al momento della locazione, ho richiesto tutte le certificazioni previste dalla legge ma a distanza di due anni non sono mai arrivate. Nemmeno il Comune è mai venuto ad effettuare controlli e non si è mai interessato a quello che facevamo sebbene in più occasioni avessimo proposto delle iniziative a favore dei poveri”. La situazione, però, è precipitata lo scorso luglio, quando si sono resi necessari dei lavori di manutenzione nel giardino dello Sporting. “C’erano degli alberi pericolanti da mettere in sicurezza e l’eternit sul tetto da togliere, insomma tutti lavori che necessitavano l’intervento della proprietà e la presenza dei certificati - riferisce il presidente -. Non ricevendo nessuna risposta mi sono rivolto ad un avvocato. Dal quel momento, tramite Carabinieri, Vigili e Ufficio Tecnico, sono iniziati i controlli del Comune. Mi hanno detto che alcune strutture esterne come una baracca in calcestruzzo, il dehor ed il campo da tennis erano abusive perché, essendo vicino al cimitero, andavano contro la fascia di rispetto. Ho rimosso a mie spese il campo da tennis ma poi ho dovuto pagare una multa per non aver chiesto il permesso di rimuoverla”. Poi continua: “Quando sono arrivato c’era già tutto quindi mi chiedo perché prima non siano stati fatti i controlli e soprattutto perché le stesse persone che prima approvavano la struttura ora sono le stesse che vogliono cacciarmi. Forse perché la gestione era in mano alla proprietà che aveva al suo interno anche alcuni membri del Comune?”. Ma non è finita qui. “Contemporaneamente a tutto questo ho visto comparire su un giornale locale diversi articoli in cui alcuni soci, tra cui l’attuale vice sindaco Merlo, minacciavano di farci chiudere”. Il motivo, una presunta condotta immorale per aver ceduto i locali a Fashion Vip Club Estivo - associazione autonoma che pratica naturismo e scambismo - per una festa privata avvenuta agli inizi di gennaio. Sempre Grasso si sfoga: “Non siamo stati noi ad organizzare l’evento, ma Fashion Vip Club Estivo, a cui abbiamo solo concesso la disponibilità delle nostre strutture. Non abbiamo nemmeno pubblicizzato l’evento perché era riservato ai soci di quell’ente. Abbiamo fatto tutto secondo le regole tanto che anche i carabinieri erano stati avvisati”. E’ di questi giorni invece la notizia di un’altra serata a base di “cibo, musica e tanto sesso” programmata per venerdì 27 marzo. “Non è assolutamente così, noi non ne sapevamo niente - chiarisce il titolare dello Sporting -. Può essere che Fashion Vip abbia proposto ai suoi soci di ripetere qui la serata, ma noi non avevamo ricevuto nessun tipo di comunicazione a riguardo. Siamo molto arrabbiati per tutte queste informazioni diffamatorie perché a rimetterci è solo il nostro lavoro. Abbiamo investito soldi e anima in questo posto e fa male veder arrivare le agenzie immobiliari che già parlano della messa in vendita…”.
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