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MONTANARO. Cronache da un paese fantasma: qui tutti chiudono

MONTANARO. Cronache da un paese fantasma: qui tutti chiudono
No, quei cartoncini colorati appesi alle vetrine non indicano di certo l’inizio delle nuove promozioni di primavera. Non sono neppure gli addobbi per le ormai sempre più vicine festività pasquali. Quelli affissi alle vetrine dei negozi sono i classici cartelli recanti le scritte “Vendesi”, “Cedesi” o “Affittasi”. Che siano rosa, verdi o bianchi poco importa, a Montanaro di rettangoli di carta che decorano un edificio si e l’altro pure - decretando la morte di negozi di abbigliamento o alimentari - ce n’è a bizzeffe. Per rendersi conto con i propri occhi di quanto l’economia montanarese, e non solo, sia messa in ginocchio dall’estenuante crisi economica, è sufficiente fare un giro per le vie del centro cittadino. La situazione più tragica si trova in via Cesare Battisti. Arrivando da Chivasso, appena entranti sulla strada che consente di raggiungere piazza Luigi Massa, si incontrano serrande abbassate da un lato e porta e vetrine sprangate dall’altro. Si tratta dei civici 39 e 46. Un negozio di abbigliamento gestito da cinesi il primo, un ottica che vendeva occhiali, il secondo. A pochi passi di distanza, al civico 30, i locali di quello che fino a qualche giorno fa era un’elegante boutique hanno recano un cartello verde ben visibile. Sopra c’è scritto “Affittasi”. Ancora una volta, esattamente all’opposto, il numero 31 indica un grande locale commerciale in vendita. E’ vuoto da talmente tanto tempo che i cittadini non sanno più dire di cosa si trattasse. Ma non è finita qui. Basta un solo passo per sentir crescere dentro di sé un presentimento: Montanaro si sta trasformando sempre di più in un “dormitorio”, un paese in cui abitare ma privo di una propria identità. Sempre in via Cesare Battisti altri due negozi hanno chiuso recentemente i battenti. Il 22bis vendeva vestiti, al 23/c c’era un centro estetico. A non scherzare con le chiusure è anche piazza Luigi Massa. Proprio là dove ogni sabato si svolge il mercato e i bar pullulano di gente, a chiudere per sempre i battenti negli ultimi giorni sono una vineria - vendeva anche generi alimentari e prodotti tipici locali- e un negozio di abbigliamento intimo. Continuando a vagare per le vie del paese, e incontrando altre vetrine vuote, serrande abbassate e altri cartelli colorati, è impossibile non farsi due domande. Cosa pensa l’amministrazione comunale di questa situazione? Cosa ha intenzione di fare per cercare di contrastare questa “epidemia” di chiusure che ha colpito profondamente il commercio e l’economia montanaresi? “Le chiusure non sono state una novità, sapevamo quello che stava succedendo - ha risposto Bruna Bocchiotti, assessore al Commercio -. Purtroppo Montanaro, sotto questo punto di vista, non è un’isola felice, ma rispecchia in piccola scala quello che sta succedendo in tutta Italia. Per guardare vicino a ‘casa nostra’ è sufficiente andare in via Roma a Torino dove anche le più grandi marche stanno chiudendo”. Poi, riferendosi alle possibili soluzioni, continua: “Ho fatto diversi tentativi per far rinascere la vecchia associazione dei commercianti, ma finora non ho trovato nessuno disposto ad assumersi l’incarico del presidente. Credo che riproverò di nuovo perché ritengo che, insieme alla Pro Loco, questa associazione possa essere un punto di riferimento importante per i negozianti. Quando ancora c’era la città riusciva ad essere più viva anche nei momenti di crisi”. Per il momento, l’unica soluzione che potrebbe portare dei benefici all’economia sarebbe la decisione di compattare i banchi del mercato in piazza Luigi Massa.
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