Quale Consigliere Comunale capogruppo della LISTA DEI CITTADINI e PROGETTO PER IVREA, e già Candidato Sindaco per le stesse Liste Civiche nel 2013 e per la sola LISTA DEI CITTADINI già nel 2008, ho riportato nei Programmi Elettorali di entrambe le Elezioni Amministrative il tema della fusione, quale elemento qualificante l’evoluzione dell’assetto Istituzionale del Territorio“ … creando una sorta di città metropolitana estesa ai paesi satelliti che la circondano, facendo fronte unico alla crisi generale” sino a “ Generare una Città con una nuova dimensione”. Nel corso dell’attuale mandato amministrativo ho elaborato e presentato sull’argomento due documenti: - una mozione nel Consiglio Comunale del 29.07 2013; - un emendamento al Bilancio Preventivo 2014 nel Consiglio Comunale del 31.07.2014; I medesimi sono stati accolti con voto favorevole dal Consiglio Comunale. Tali documenti evidenziavano già allora la mutazione del quadro istituzionale nazionale con la costituzione di 10 aree metropolitane, fra le quali Torino, creando un accentramento di competenze e relativi investimenti in un’area tradizionalmente molto diversa e variegata rispetto ad Ivrea e all’eporediese, nonché territorialmente lontana e poco affine dal punto di vista sociale e produttivo, circostanze poi concretizzatesi con l’elezione-nomina dei 18 consiglieri della Città Metropolitana del 12.10.2014. Ho più volte ribadito come sia opportuno determinare una nuova dimensione per Ivrea e i comuni confinanti ed anche quelli che si identificano nelle stesse caratteristiche Territoriali che possono essere individuati nell’ANFITEATRO MORENICO D’IVREA, al fine di “pesare” di più in ambito regionale, ma anche ottenere una maggiore integrazione non solo territoriale ma anche economica per tutta l’area, che consenta non solo i risparmi di costo derivanti dall’unione dei servizi principali, ma anche maggiori capacità e potenzialità sia di investimento sul territorio sia di capacità di attrarre forme di finanziamento dagli enti superiori nazionali e sovranazionali; anche alla luce dei molti vincoli di bilancio che il impone oggi il patto di stabilità che si possono conseguire solamente pervenendo alla configurazione di un unico Comune, cioè con una fortificante fusione dei singoli 66 Comuni che si configurano in quest’area. Ciò oggi ci impone necessariamente di studiare anzitutto la disponibilità “politica” alla realizzazione di questa nuova forma istituzionale. Ho potuto prendere atto solo nella conferenza dei Capigruppo del 15.12.2014 dell’avvenuta presentazione per il Consiglio Comunale del 22.12.2014 dell’ Atto di Indirizzo per la promozione e sviluppo del territorio eporediese e per la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali tra i comuni di Banchette, Cascinette d’Ivrea, Fiorano C.se, Ivrea, Montalto Dora e Samone. Verrà espressa la necessità che i rispettivi Consigli Comunali formalizzino la volontà di “lavorare insieme in un quadro definito e stabile”, mediante l’adozione di atti formali che impegnino alla cooperazione le diverse Amministrazioni comunali interessate, con il fine di procedere alla costituzione di una ”Unione dell'Eporediese”, individuando, nel redigendo Statuto, gli organi istituzionali che tengano conto della densità demografica e delle disposizioni del novellato art.32 del decreto legislativo 18.08.2000, n. 267 e costituiti da un Assemblea permanente per l’Unione dell’Eporediese che si comporrà di ben 6 Sindaci e n.23 Consiglieri Comunali , da una Giunta dell’Unione e da un Presidente,oltre alle strutture Comunali di ogni singolo Comune già esistenti. Tale corposa struttura sarà impegnata alla limitata organizzazione di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi, della polizia municipale e polizia amministrativa locale, del catasto , ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente, nonché le competenze relative al trasporto pubblico locale, mentre altre funzioni sono già organizzate con semplice Convenzioni ed altre ancora sono già assolte dal Consorzio Canavesano Ambiente e la società SCS per quanto riguarda la raccolta e gestione dei rifiuti urbani, ed il Consorzio dei servizi socio-assistenziali IN.RE.TE. per quanto riguarda la gestione dei servizi sociali e che a tutti i citati consorzi ed organismi già partecipano tutti i Comuni aderenti all’Unione dell’Eporediese proposta. Mi è parso indispensabile chiedere al Sindaco e alla Giunta di impegnarsi affinché venga promosso, con la necessaria celerità, un approfondimento circa i molti studi che hanno sottolineato i limiti o le criticità nel funzionamento delle Unioni. Fra questi certamente l’elevata complessità non solo delle procedure ma anche dei processi decisionali, una complessità che deriva dalla natura di ente associativo di secondo grado, nell’ambito del quale si preservano gli enti di base – guidati da sindaci che devono rispondere ai propri elettorati – ma si costruisce un livello istituzionale superiore – dove i sindaci e le rappresentanze politiche dei Comuni associati devono approvare decisioni condivise e venga confrontata con obiettività e concretezza la convenienza circa le molte funzioni conferite all’unione, situazione in cui la fusione potrebbe rappresentare una semplificazione desiderabile, in quanto in grado di risolvere la paradossale situazione di organi eletti in primo grado che governano servizi e risorse tramite un organo di secondo grado nel quale, inevitabilmente, hanno perso potere decisionale. Nel Comune unico esiste infatti un solo organo esecutivo: la Giunta scelta dal sindaco eletto direttamente dai cittadini. In sintesi, la nascita del Comune unico prospetta, rispetto all’Unione, maggiore trasparenza e democraticità nei processi decisionali, nel rapporto fra maggioranza e opposizione e, non ultimo, in quello fra cittadini e organi politici. La fusione si presenta dunque come una trasformazione volta non solo a razionalizzare organi, strutture e livelli ma anche ad accrescere la governabilità, la responsabilità e la legittimazione dei processi politici locali.
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