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MONTANARO. “Troppe chiacchiere su Città Futura, è ora di agire”

MONTANARO. “Troppe chiacchiere su Città Futura, è ora di agire”
E’ ora di smetterla di menar il can per l’aia”. Questo devono aver pensato Davide Nicola e Luca Rastaldo venerdì sera durante il secondo appuntamento della Commissione Speciale su “Città Futura”, la società a capitale pubblico del Comune di Montanaro tutt’ora in liquidazione. Infatti, a seguito di numerosi interventi che hanno visto discutere il nuovo socio liquidatore, il commercialista Luigi Tealdi, e Michele Racco, tecnico di “Montanaro Domani”, sulla trasformazione della partecipata comunale in azienda speciale - ipotesi ritenuta di difficile realizzazione a seguito dei rifiuti di banche e cassa di depositi e prestiti di finanziare una cifra di 500 mila euro per azzerare il bilancio - i due hanno deciso di intervenire. Primo a prendere la parola, Nicola, consigliere di minoranza di “Uniti per il cambiamento”: “Mancano 40 giorni alla fine dell’anno e noi ci troviamo ancora a discutere su quali potrebbero essere le alternative alla liquidazione. Tutti diciamo che sarebbe bello riuscire a mantenere in vita la farmacia e l’asilo comunale. Certo che lo sarebbe ma abbiamo valutato le conseguenze che questo comporterebbe? Se il Comune decidesse di riassorbire il personale di asilo e farmacia sarà poi in grado di gestirlo?”, chiede. E continua: “In questo momento dobbiamo avere il coraggio di prendere una decisione, di seguire una linea. La stessa maggioranza deve fare una scelta. Se non ci muoviamo adesso, l’unica soluzione rimane davvero la liquidazione”. Dello stesso parere sembra essere Rastaldo. Il capogruppo del Pd, infatti, interviene chiedendo all’amministrazione di pronunciare, una volta per tutte, una scelta definitiva. “Stiamo parlando tanto dell’azienda speciale. Ma questa è la strada che si vuole intraprendere o no? Perché ancora nessuno lo ha capito”. Sempre lui, poi, spiega che “se dovessimo decidere di optare per l’azienda speciale, prima dovremo affrontare un ostacolo”. Quello di trovare i finanziamenti necessari a coprire i debiti con i fornitori. “E dato che sarà quasi impossibile, ci conviene andare avanti con la liquidazione”. Dopo un consenso iniziale sembra quindi che l’ipotesi di Racco cominci a perdere terreno per lasciare sempre più spazio all’opzione della vendita. Così, almeno, al termine del tavolo tecnico ha lasciato intendere Tealdi. “Se vogliamo mantenere i servizi di asilo e farmacia, dobbiamo vendere i beni”. “Solo in questo modo - ha concluso - potremo coprire i debiti e pensare ad un’eventuale trasformazione in azienda speciale”.
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