Nella ricorrenza dei Santi e dei Defunti può non risultare del tutto casuale tentare di fare il punto sullo stato di degrado e, in sostanza, di esaurimento dell’attuale sistema politico italiano. Tanto per cominciare non è possibile trascurare due notizie di questi giorni che ormai non fanno neppure più scalpore. L’una riguarda la vicenda Mose a Venezia. L’inchiesta è destinata ad allargarsi e potrebbe coinvolgere altre imprese che avrebbero contribuito alla creazione dei fondi neri con false fatturazioni. Nel filone del settore delle bonifiche ambientali è indagato anche l’ex ministro del CentroDestra, Altero Matteoli, fulgido esponente di Alleanza Nazionale. L’ipotesi è che il politico abbia ricevuto denaro per una serie di bonifiche ambientali dei siti inquinati di Mestre, lavori per i quali lo Stato aveva stanziato, all’epoca, oltre un miliardo di euro, poi gestito dal Consorzio Venezia Nuova, che aveva affidato le opere alle sue associate. La presunta dazione all’ex ministro sarebbe legata al suo potere di controllo del Magistrato alle acque, che avrebbe favorito l’intervento del Consorzio Venezia Nuova. L’altra è tutta per l'ex ministro dell'Economia del CentroDestra, Giulio Tremonti, indagato dalla procura di Milano per corruzione. Secondo i magistrati Tremonti sarebbe coinvolto in una presunta tangente da 2,4 milioni di euro versata nel maggio 2008 da Finmeccanica per ottenere il via libera all'acquisizione della societa statunitense Drs. La tangente sarebbe stata mascherata dietro un finto contratto di consulenza con lo studio tributario Vitali Romagnoli Piccardi & Associati di Milano, fondato da Tremonti. E per fortuna che questi due personaggi dovevano essere tra le colonne fondanti della cosidetta “Seconda Repubblica”!!! Quella che doveva seppellire la prima, quella degli scandali Craxiani. Ma il declino ed il degrado etico lo si può constatare anche in tutta una serie di “assunzioni” ed “incarichi” in cui qualità professionali, competenze ed esperienza non contano proprio nulla. Ecco allora che da una recente serie di recentissimi esempi (solo gli ultimissimi che emergono su un mare sterminato) riferiti a dirigenti posti dal regime politico vigente a capo di uffici senza titoli professionali adeguati ai compiti pubblici a loro affidati: un dirigente genovese, per di più da poco premiato, rinviato a giudizio per inondazione colposa; una signora eletta al Consiglio Superiore della Magistratura senza averne i titoli; il bando per la direzione del Museo egizio di Torino che non richiede l’egittologia fra le conoscenze richieste; la gestione di Pompei sottratta agli archeologi; la nomina di un esperto d’antifurti alla presidenza di Lombardia informatica; il Garante della privacy è un dermatologo; nel governo a guidare gli Affari regionali c’è un farmacista; Sottosegretario all’Istruzione è un’imprenditrice della moda; Viceministro dell’Agricoltura è un laureato in lettere; il presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati e i presidenti delle Commissioni Finanze e Sanità del Senato non hanno nemmeno uno straccio di laurea, mentre la Commissione Ambiente è presieduta da un odontoiatra. Come sempre è evidente quanto l’appartenenza partitica prevale sistematicamente sulla competenza. Con questo andazzo non si può non dire, a chi pensa che le riforme di Matteo Renzi possano far uscire l’Italia dalla crisi, che non solo si illude, ma contribuisce a rendere lontano ogni “repulisti” e ogni possibilità di ripresa di uno sviluppo civile oltre che economico dell’Italia. Assistiamo ad un inequivocabile sintomo dell’esaurimento del sistema politico vigente, che viene da quel Pd, erede del Pci, che, come ho più volte asserito, è l’ultimo residuo del sistema e del regime nato dopo la fine del Secondo conflitto mondiale sotto la spinta degli occupanti e nell’ideologia liberal capitalistica alleata con il comunismo staliniano. Ci avviamo alla fine non solo di un regime politico, ma anche di un intero sistema costituzionale. Sconcertante è poi constatare che a questo inquietante risultato ci si arrivi grazie all’operato di due personaggi differenti, ma sostanzialmente simili, Renzi e Berlusconi. Il primo si sta prodigando nella sua opera di distruzione, smantellando il PD e quella Sinistra che ormai reggeva le sorti del Paese, il secondo ha già dato il suo meglio distruggendo la Destra, purtroppo anche quella fondata su una tradizione quasi centenaria, consegnatagli da un “Badoglio II°”, che si è dissolta quasi come il fascismo il 25 Luglio del 1943, confermando tutte le sue carenze da dilettante “impolitico” che ha solo manifestato la capacità di conseguire i voti senza attuare alcun cambiamento. E’ dunque la fine della Sinistra e della Destra? Bhe! Per vederle soffrire in preda ad un virus politico incurabile, che sostanzialmente porta noi Cittadini alla disperazione, è meglio che entrambe passino a miglior vita. Ma ipotizzare oggi una ideologia positiva, con un serio progetto costituzionale rinnovatore dalla base, fondato sulla partecipazione e sulla rappresentanza delle competenze sembra alquanto azzardato. Stiamo attenti noi, Cittadini sempre più poveri, a non favorire qualche “Grande Coalizione” che in sostanza legalizzi quella categoria di parassiti, approfittatori, sfruttatori che ha già contribuito fino ad oggi ad affossare il Paese, quello che lavora.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.