Nei giorni in cui da Shimon Peres viene la proposta di un'Onu delle religioni, da un pezzo significativo del mondo ortodosso, riunito al Monastero di Bose, nel biellese, si leva alta la voce che vede nell'ecumenismo, nella pace tra le chiese cristiane, una grande risorsa per risolvere i conflitti del XXI secolo. Una voce che parla di libertà religiosa, di netto rifiuto di ogni forma di coercizione delle coscienze. Si sono incontrati rappresentanti della religione cristiano-ortodossa per discutere di pace, cuore del messaggio evangelico e cuore della missione delle chiese cristiane. Tra le voci della terza e penultima giornata di lavori del XXII Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa, quelle di Aleksander Ogorodnikov, pacifista e dissidente in epoca sovietica e Konstantin Sigov, docente all'Università di Kiev. Subito dopo la caduta del comunismo, Ogorodnikov fece ritorno a Mosca, e nel 1995 fondò l'Unione democratica cristiana russa e la Società cristiana di misericordia. Nello stesso anno diede inizio a una comunità di recupero per tossicodipendenti, l'Isola della speranza, che ha centinaia di ospiti in tutta la Russia. Sigov ha invece fondato l'Associazione culturale e editoriale "Lo Spirito e la Lettera" , di cui è tuttora direttore. I suoi progetti editoriali sono stati il fondamento di una rete di contatti con le più importanti scuole di pensiero europee. Nell'ambito di questi progetti sono stati invitati a Kiev studiosi e filosofi quali Paul Ricœur, Reinhard Kozellek, Arvo Pärt, Kallistos Ware, Georges Nivat. La pace, la riconciliazione, il perdono - hanno detto - sono il fondamento del cristianesimo e sono oggi lezione al mondo per uscire dalle logiche della guerra, del conflitto, della contrapposizione. "Senza il ritorno alla religione dell'amore e del perdono, la pace non potrà regnare" e niente "giustifica la separazione e l'isolamento delle chiese cristiane" ha ricordato a sua volta Athenagoras del Belgio del Patriarcato di Costantinopoli, portando ad esempio l'omonimo patriarca Athenagoras che fu protagonista di uno storico incontro con papa Paolo VI a Gerusalemme nel gennaio 1964. Un incontro che segnò una svolta. Le due chiese, simultaneamente a Roma e a Costantinopoli il 7 dicembre 1965, cancellarono i reciproci anatemi e avviarono un percorso fatto di dialogo, di reciproco ascolto, di impegno comune.
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