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17 Ottobre 2014 - 22:05
In foto Massimo Barbiero, organizzatore del Jazz Festival di Ivrea e artista di fama internazionale
Taglio netto alla cultura. La decisione della nuova Amministrazione Comunale di cancellare il Jazz Festival, promosso dall'Ivrea Jazz Club di Massimo Barbiero, alle soglie della tredicesima edizione, sta scatenando grosse polemiche. In realtà il niet è passato in sordina, senza alcun incontro o confronto con gli organizzatori.
"Eviterei, se fossi nei nuovi amministratori, di parlare di Elite o di Cultura – scrive Barbiero in una lettera arrivata al nsotro giornale -. Mi fermerei a concetti più semplici, come educazione ad esempio, visto che alla rituale raccomandata (agli atti del comune) per la 13esima edizione dell’Open World Jazz Festival, non ho avuto nemmeno una risposta. Qualunque risposta, anche negativa. Questa si chiama educazione, si applica nella vita quando la si è avuta dai propri genitori, ma a maggior ragione quando si rivestono cariche pubbliche, questo perché si è al servizio della comunità a cui si deve rispetto".
Barbiero, naturalmente, non condivide affatto le scelte. "E' legittimo – dice - non amare la musica, la letteratura,il teatro,la danza, la poesia, pittura, fotografia…..si può preferire la tv, il trash degli ultimi anni, i reality, i talent e via così, i bar e il tiro alla fune. Ma chi ricopre una carica pubblica, un assessore alla “cultura”, dovrebbe comprendere cosa significa quella parola, non confonderla con intrattenimento da osterie, e se la sua “formazione” non sa andare oltre, che si applichi almeno il rispetto del ruolo che sta occupando. La cultura non è mai un problema di denaro, ma di progetto, volontà, idee".
Barbiero espone i motivi del perchè il Festival andrebbe mantenuto. "In quel comune noi portavamo tre quarti del finanziamento tra sponsor e risorse interne, quindi non si è perso solo il festival ma anche parecchio denaro ma credo non sia facile comprenderlo per chi fa superficiali dichiarazioni. Può sicuramente non comprendere il valore di mercato, oltre che artistico, di Paolo Fresù, Enrico Rava, Markus Stockhausen, Ralph Tonwer, Uri Caine, Alexander Balanescu, Javier Girotto,Tiziana Ghiglioni, Giancarlo Schiaffini, Enten Eller e altri ancora nomi internazionali che a volte nemmeno Milano si può permettere, ma avrebbe il “dovere” d’informarsi, studiare, comprendere di cosa parla almeno per non apparire inadeguata al ruolo che ricopre. È una responsabilità che chi amministra si è preso candidandosi".
L'attacco è rivolto all'Assessore Lina Pasca. E all'indignazione si accoda l'ex Sindaco Maurizio Cieol, che ha visto il Festival mettere radici a Banchette, e lo ha sostenuto, con contributi annuali sui seimila euro. "Questa è una delle tante cose gravi che sta facendo questa Amministrazione – sottolinea Cieol, oggi consigliere di minoranza -. Credo che Banchette sia l'unico Comune nel territorio che è riuscito al alzare le tasse tagliando servizi culturali. Hanno tagliato pesantemente la cultura, che invece noi avevamo diversificato in un contesto di alta qualità, tra Regio, lirica, Jazz, eventi di rilevanza nazionale. E' grave anche perchè qui si parla di turismo e di promozione, ma se si fanno cosa circoscritte al paese non si fa turismo e promozione. Vuol dire tagliarsi le palle per ogni discorso di sviluppo turistico. Peggio di così non so cosa si possa fare".
Una considerazione di Barbiero riguarda più in generale la cultura sul territorio. "Sarebbe opportuno in futuro – sottolinea - un dibattito sulla cultura, magari all'interno della prossima edizione del Festival ad Ivrea, perchè si sente un vuoto totale, una caduta libera. Il Canavese da un decennio non è in grado di immaginare progetti".
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