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AZEGLIO. Una trincea a grandezza naturale

Sotto un sole domenicale estivo, alle 15:30 di domenica scorsa (7 maggio) alla presenza dei carabinieri, delle sorelle della Croce rossa, delle rappresentanze militari di alpini, fanteria, guardia di finanza, artiglieria, aeronautica e marina, è iniziata la breve cerimonia di onore ai caduti davanti alla lapide del municipio. Dopo l'intervento del sindaco Pio Coda che ha sottolineato l'immane tragedia della Prima guerra mondiale, Silvio Morello, accompagnato da Roberto Cossavella, ha eseguito alla tromba il silenzio d'ordinanza. Poi il corteo ha percorso il breve tratto attraverso l'abitato per raggiungere l'oratorio di Sant'Anna. Sul sagrato della chiesetta adiacente, il capogruppo dell'Unione nazionale degli ufficiali in congedo d'Italia, nucleo di Ivrea, Daniele Bravo, ha parlato del valore dell'iniziativa per la memoria, indirizzata soprattutto alle giovani generazioni e del ruolo che l'associazione rappresenta nel raccordo tra società civile e le forze militari, appoggiando l'organizzazione di iniziative come questa. La dirigente scolastica Rosalba Pennisi, vicepresidente dell'Artev, (Associazione di volontariato per il Recupero, la Tutela, e la Valorizzazione del patrimonio artistico azegliese con 230 soci, guidata dal parroco don Genesio Berchino, che ha organizzato la mostra), ha sottolineato si è raggiunto non soltanto l'obbiettivo prefisso di emozionare il visitatore, ma anche di commuovere al ricordo di tutte quelle giovani vite spente dalla macina della guerra, sottolineando la passione e l'impegno civile volontario dei due ideatori: Elisa Benedetto e Fabrizio Dassano. Sono seguite le esibizioni del coro baiolese e del coro del CAI di Cuorgnè, poi il sindaco ha aperto la porta della sala e le cinquecento persone presenti hanno fatto un salto nella storia: la bella sala stile Liberty si è presentata "arredata" di numerosi oggetti provenienti da differenti collezioni per sottolineare come la prima grande guerra "tecnologica" fu affrontata con regole d'ingaggio sostanzialmente simili a quelle di epoca napoleonica che però portarono, cento anni fa, alla trincea e all'assalto frontale. Tra manichini di alpini e fanti italiani, letti da ospedale da campo, cassette del corredo dei soldati, elmi forati da pallottole, schegge di granate, e tanto altro materiale dell'epoca, si è giunti alla trincea di sacchetti di sabbia, addossata al palcoscenico della sala, e si è potuti entrare all'interno del tratto coperto con lamiere (copia delle trincee italiane del Kolovrat), con la visione, attraverso la feritoia, della terra di nessuno, solcata da reticolati di filo spinato e tutto il materiale che veniva abbandonato dopo il combattimento. La trincea, in grandezza naturale è stata è realizzata da Dario Zara, Paolo Giglio e Elda Consol. Molto interesse ha destato la sezione dell'arte di trincea, dove i medesimi materiali impiegati per colpire il nemico, venivano lavorati dai soldati negli snervanti periodi attesa e ridotti in accendini, penne, bracciali e anelli di pregio. Molto ammirati i quadretti degli ex voto dei soldati canavesani sopravvissuti, in prestito dal santuario eporediese di Monte Stella. Molti i contributori volontari dell'iniziativa: oltre a quelli istituzionali rappresentati dall'Unuci di Torino, dal nucleo di Ivrea e dalla Regione Militare Nord, anche Francesco Enrico, Devis Ughetti, Vincenzo e Roberto Aimino, di Ivrea e dell'eporediese e Stefano Viaggio e Alida Caligaris da Aosta. Il giorno successivo, domenica 8 maggio, la mostra è stata visitata da oltre un centinaio di visitatori provenienti dal torinese. La mostra è aperta fino a sabato 14 maggio con il seguente orario di apertura: dalle 10:30 alle 12:00 e dalle 14;30 alle 18:00.

Info 0125 72125 artev@libero.it

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