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ROMA. Spending: Castelli (Anci), "improprio uso di costi e fabbisogni"

ROMA. Spending: Castelli (Anci), "improprio uso di costi e fabbisogni"

Guido Castelli delegato Anci alla Finanza locale

"I costi e i fabbisogni standard sono strumenti utilissimi per il controllo della gestione dei comuni e quindi rappresentano una specie di 'cruscotto' che può consentire a ciascun sindaco di verificare l'andamento della spesa. Tuttavia ho molti dubbi a usarli come strumento di spending review, perché questi normalmente operano al meglio nell'ambito della finanza derivata, cioè con meccanismi che prevedano trasferimenti dal centro alla periferia". Lo dice il responsabile della finanza locale dell'Anci Guido Castelli, alla luce dell'annuncio del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, secondo il quale, già dal prossimo anno, sarà possibile introdurre i costi standard nelle amministrazioni pubbliche.

"Questa fu l'impostazione della legge 42 sul federalismo fiscale - sottolinea l'esponente Anci - ora i comuni non hanno più assegnazioni da parte dello Stato, quindi quello strumento è utilizzabile per capire la spesa, ma non può servire a prevedere delle penalità, anche perché, ripeto, è improprio. Ad esempio, se in un comune si decidesse di dare del caviale ai bambini degli asili nido, lo si potrebbe fare con l'aumento delle tasse, ma in quel caso è la popolazione che deve decidere se è congrua o meno quella decisione. Ora invece - ribadisce Castelli - c'è autonomia. Quindi ho qualche dubbio ad applicare la spending sulla base dei fabbisogni standard. Anche perché, e mi piace ricordarlo, ormai lo Stato partecipa al Fondo sperimentale di riequilibrio con poco più di 400 milioni, quindi si è pressoché ritirato".

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