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14 Ottobre 2014 - 13:47
Davide Mattiello
Le mafie fatturano più di 170 miliardi l'anno. Al 7 gennaio 2013 erano 1702 le aziende confiscate in via definitiva, il 70% in più dall'inizio della crisi, quelle sequestrate sono dieci volte tanto. Tutti i settori e le regioni sono coinvolti: tra i settori produttivi, una percentuale molto alta riguarda il terziario (55%), l'edilizia (27%) e l'agroalimentare (6%). Il numero maggiore di aziende sequestrate e confiscate sono in Sicilia (36%) in Campania (29% e in Lombardia (13%). Facendo una stima al ribasso, i lavoratori coinvolti sono stati più di 80 mila di cui circa 72 mila - spesso inconsapevoli della mafiosità del proprio datore di lavoro - hanno pagato con il licenziamento e la disoccupazione. Per questo il Comitato promotore della campagna "Io riattivo il lavoro", costituito da Cgil, Libera, Acli, Arci, Avviso Pubblico, Legacoop, Sos Impresa e il Centro studi io La Torre, hanno indetto una conferenza stampa per chiedere al Parlamento di votare in fretta il testo che recepisce i contenuti della proposta di legge di iniziativa popolare presentata dal Comitato. Il testo prevede, tra le altre cose, maggiori competenze e personale all'Agenzia nazionale per i beni confiscati, la creazione di un Fondo di rotazione per risolvere il problema dei credito bancario, pagare gli stipendi dei lavoratori e sostenere i costi dell'emersione alla legalità delle imprese, ed una serie di interventi in favore delle aziende confiscate e sequestrate per favorire l'emersione dei rapporti di lavoro irregolari. Si incentiva, infine, attraverso agevolazioni fiscali, la costituzione di cooperative di lavoratori disposti a rilevare l'azienda.
Il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, ha rilevato che il testo base per la riforma dei beni confiscati è già stato approvato a larghissima maggioranza in commissione Giustizia (contraria solo Forza Italia) e in Commissione Antimafia è stata approvata una relazione le cui conclusioni sono in sintonia con quel testo base. Anche le norme messe a punto dal ministro della giustizia Orlando il 29 agosto scorso relativamente alla criminalità organizzata, vanno nello stessa direzione. "Su questa materia c'è la quadra - ha concluso Mattiello - la volontà politica è convergente e dunque si può arrivare rapidamente alla riforma di cui abbiamo così bisogno". Da Luciano Silvestri della Cgil, a Davide Pati di Libera, ad Antonio Russo delle Acli, a Pierpaolo Romani di Avviso Pubblico, è arrivata la sollecitazione a non perdere tempo, "è un atto di responsabilità politica - hanno detto - l'uso sociale delle aziende che meritano di stare sul mercato dimostra che la mafia non è imbattibile e sottrae consenso sociale alla stessa mafia".
Sono 450 ad oggi le associazioni e le cooperative, da Trento ad Agrigento, che gestiscono i beni confiscati alle mafie. L'80% passano attraverso gli enti locali. Tra l'altro il Comitato "Io riattivo il lavoro" chiede un' anagrafe dei beni confiscati ed un albo degli amministratori giudiziari, "alcuni hanno decine di incarichi che fruttano milioni di euro", ha evidenziato Mattiello, "ed anche su questo serve quanto prima chiarezza".
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