ROMA. Eterologa: Toscana, ticket max 500 euro e diagnosi preimpianto
06 Ottobre 2014 - 19:08
La Giunta della Regione Toscana ha definito le linee per l'applicazione del ticket sull'eterologa: sarà fino a 500 euro, come per l'omologa, anche per coloro i quali vengono da altre regioni, indipendentemente dal regime adottato dalla regione di provenienza. La delibera in merito dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni. Il limite di età per sottoporsi all'eterologa dovrebbe essere fissato a 43 anni per le donne, e la Regione attiverà dei percorsi di consulenza nei centri per la fertilità. Altro tema affrontato è quello della diagnosi preimpianto: sarà prevista nei centri pubblici, come nei casi di fecondazione omologa. La legge 40 definisce la possibilità di diagnosi preimpianto all'articolo 13 e all'articolo 14 (comma 5). Quest'ultimo articolo sottolinea che i membri della coppia ''sono informati sul numero e, su loro richiesta, sullo stato di salute degli embrioni prodotti e da trasferire nell'utero''. Nella pratica però, afferma l'avvocato e segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la liberta' di ricerca scientifica Filomena Gallo, ''sono pochissimi i centri pubblici che effettuano la diagnosi preimpianto, soprattutto per motivazioni di tipo economico. Se la delibera verrà confermata, dunque, la Toscana aprirà effettivamente alla possibilità di diagnosi preimpianto prevedendo un apposito stanziamento di fondi per tale voce''.Questione diversa, ricorda Gallo, rappresenta invece la possibilità, oggi vietata, di fecondazione assistita e diagnosi preimpianto per le coppie fertili portatrici di malattie genetiche. Su questo punto, lo scorso gennaio il tribunale di Roma ha sollevato la questione di costituzionalita' proprio sul divieto per le coppie fertili di accedere alla procreazione assistita e alla diagnosi preimpianto, anche se portatrici di malattie trasmissibili geneticamente. E' la prima volta che tale questione arriva alla Consulta, che dovrebbe pronunciarsi nei prossimi mesi. In passato se ne era occupata invece la Corte europea di Strasburgo che, nel 2012, aveva condannato l'Italia per violazione di due norme della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e aveva sottolineato l'"incoerenza" del nostro sistema che da un lato vieta alla coppia fertile ma portatrice di una malattia geneticamente trasmissibile di ricorrere alla diagnosi preimpianto, e dall'altro, con la legge 194 sull'aborto, le permette l'aborto terapeutico nel caso il feto sia affetto dalla patologia.
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