Un cantiere navale nel polesine, il cravattificio Art Lining, un'azienda che produce tubetti per cosmetici, le cucine di alta qualità della marchigiana Linea Quattro, ma anche Arca Land produttrice di giochi per parchi e giardini, le Vetrerie Empolesi, la farmaceutica Fenix Pharma, le Concerie del Chienti, la Zanardi legatoria d'arte. Sono 35 dal 2008 oggi, negli anni duri della crisi, le operazioni di 'workers buyout' sostenute da CoopFond, Fondo mutualistico di Legacoop. 35 casi di lavoratori che pur di salvare il proprio posti di lavoro, si sono riuniti in cooperative e hanno rilanciato l'attività. In questo modo hanno salvato 810 posti di lavoro. Quando un'azienda fallisce o viene messa in liquidazione, per provare a salvare il proprio posto di lavoro, i dipendenti possono decidere di riunirsi in cooperativa, acquisire l'azienda oppure un ramo di essa utilizzando anche la liquidazione o gli ammortizzatori sociali per tentare di rilanciarla: è questo il meccanismo di workers buyout, molto diffuso negli Stati Uniti, che ha funzionato nel caso delle 35 fabbriche rilevate dai lavoratori con l'aiuto di CoopFond. A fronte di un finanziamento complessivo pari a 10,6 milioni, sono stati messi in moto investimenti per 39,6 milioni di euro. Tre operazioni sono state di importo rilevante, superiore agli 800mila euro, cinque di importo compreso tra i 400mila e i 799mila e 27 di importo medio-piccolo, tra i 100mila e i 399mila. La base sociale in otto casi era superiore ai 30 soci, in 17 compresa tra i 10 e i 30, in appena dieci inferiore ai 10 soci. A livello territoriale i salvataggi hanno riguardato soprattutto fabbriche del Nord e del Centro: 14 salvataggi in Emilia-Romagna, 12 in Toscana, in Veneto 3, due in Lazio e nelle Marche; uno in Lombardia e uno in Umbria. Ogni domanda viene vagliata da Coopfond insieme alle strutture di Legacoop, e solo se esistono concrete possibilità di riuscita il Fondo interviene, in genere con una partecipazione temporanea al capitale sociale o un prestito di importo pari a quanto versato dai soci per capitalizzare la cooperativa, è stato spiegato oggi nel presentare l'attività di Coopfond nell'esercizio 2012/13. ''La nostra operatività - ha detto il direttore generale Aldo Soldi - testimonia la buona gestione del Fondo'', nonostante la crisi abbia di fatto dimezzato le risorse. Queste Esperienze ''dimostrano che laddove una impresa capitalistica tradizione chiude, o si trasferisce, ci possono essere nostre imprese che riescono ad emergere - ha sottolineato il presidente Legacoop Mauro Lusetti - Il nostro obiettivo deve essere quello di continuare, accompagnare le nuove imprese e far sì che si riduca il tasso di mortalità. Ma é anche molto importante trasferire i valori della cooperazione alle giovani generazioni e garantire quel principio di intergenerazionalita che dobbiamo perseguire".
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