La Cgia di Mestre lancia l'allarme Tasi: in attesa della delibera dell'aliquota da parte dei 5.900 Comuni che non l'anno ancora fatto, secondo gli artigiani di Mestre su negozi e capannoni potrebbe profilarsi un aumento del prelievo di 1,6 miliardi di euro rispetto al 2013. In particolare, se i comuni decideranno di aumentare le aliquote sino alla soglia massima, sui negozi l'aumento medio potrebbe arrivare a 140 euro (+17,1% rispetto al 2013), sui capannoni industriali di quasi 400 euro (+11,4%). E gli aumenti di imposta assumono dimensioni ancor più preoccupanti se il confronto si fa rispetto al 2011, anno in cui è stata pagata per l'ultima volta l'Ici. L'incremento del carico fiscale, ipotizza la Cgia, rischia di essere esponenziale: per i capannoni potrebbe sfiorare l' 89%, per i negozi addirittura il 133%. Secondo il responsabile Finanza Locale di Anci, Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, confermato alla guida del Comune nelle elezioni della primavera scorsa, "le proiezioni della Cgia potranno essere riscontrate solo dopo che tutti i comuni avranno, entro il 10 settembre, deliberato le aliquote Tasi". E poiché i Comuni che hanno deliberato l'aliquota Tasi sono circa 3 mila, su oltre 8 mila, "la vera verifica del gettito Tasi si potrà fare la prima settimana di settembre". Ma Castelli lancia più di una accusa al governo Renzi: con la Tasi - dice in sostanza - vengono premiati i comportamenti di chi ha alzato al massimo le tasse e vengono introdotti nuovi tagli, compensandoli con la possibilità data ai primi cittadini di alzare le aliquote. "La Tasi - spiega Castelli - dimostra che ancora una volta il paradigma a cui si è uniformato il governo Renzi è questo: di fatto viene trasferito ai comuni l'onere di determinare un aumento della pressione fiscale. Vengono operati infatti dei tagli e viene data ai comuni la possibilità di inasprire il fisco. E' già di 16 miliardi in 5 anni il contributo dei comuni allo Stato in termini di tagli ai trasferimenti". Dal Tesoro comunque si ricorda che la Tasi è eredità del precedente governo, che ha attribuito la competenza ai Comuni. Ma c'è di più: secondo Castelli, la Tasi "incoraggia gli inasprimenti fiscali". "Quando è stata introdotta al posto dell'Imu - spiega - si promise che il gettito sarebbe stato lo stesso. Poiché molti comuni che avevano già raggiunto il massimo delle aliquote con l'Imu, lo Stato ha trovato 625 milioni di euro e li ha assegnati a quei comuni. I comuni che invece non avevano toccato le aliquote massime, di fatto sono stati penalizzati. Paradossalmente, quindi, il sistema premia chi esercita pressione fiscale al massimo". Infine, per Castelli, "siamo di fronte ad un pasticcio: per la 38ma volta dal decreto Salva Italia sono cambiate le regole, e queste modifiche fanno sì che i ragionieri dei Comuni abbiano difficoltà a fare delle stime, perché cambiano le basi imponibili, e non riescono a capire quale siano le conseguenze dei cambiamenti sulla Tasi. Ogni anno, insomma, viene modificato il dimensionamento della tassa sulla casa", con grave danno per i comuni.
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