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21 Agosto 2014 - 14:27
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Addio organismi geneticamente modificati (Ogm), il futuro dell'agricoltura è in piante geneticamente ''corrette'', il cui Dna è migliorato senza però modificarlo introducendovi geni estranei, come si fa per ottenere i tanto discussi prodotti Ogm.
La succulenta prospettiva arriva da un'analisi condotta da Massimo Maffei dell'università di Torino insieme a colleghi dell'Istituto Agrario San Michele e pubblicata sulla rivista Trends in Biotechnology.
Gli organismi geneticamente 'corretti' o ''editati' Oge (dall'editing che è la correzione che si fa ai testi prima di stamparli) non hanno niente di 'alieno': semplicemente al Dna di una pianta viene fatto ''editing'' su geni di interesse, che vengono corretti, tagliati, accorciati, il tutto per renderli migliori e quindi da ultimo migliorare il prodotto agricolo.
All'orizzonte potrebbero profilarsi superbanane arricchite di vitamina A o mele che non si scuriscono dopo essere affettate.
Il tutto senza introdurre niente di estraneo nel loro Dna ma solo potenziando proprietà naturali già proprie di quel frutto.
Come ottenere questi organismi innovativi? Il segreto è usare una sorta di forbici molecolari che tagliuzzano il Dna in punti specifici e migliorano l'efficienza di geni già presenti nel Dna della pianta, ad esempio potenziano la produzione di certe vitamine che poi saranno presenti in maggior quantità nel frutto.
''Queste piante - spiega all'ANSA Maffei - sono ottenute attraverso la correzione dei geni già presenti. In questo modo si possono ad esempio eliminare gli allergeni o aumentare la produzione di particolari sostanze, come gli antiossidanti o biomolecole per la lotta alle malattie (compreso il cancro)''.
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