ROMA. Epatite C: politrasfusi, subito un farmaco per 80mila malati
26 Luglio 2014 - 10:56
Garantire ''da subito'' il nuovo farmaco Sofosbuvir, in grado di eliminare l'epatite C, alla ''gran parte degli 80mila pazienti italiani danneggiati da emotrasfusioni e che hanno contratto l'infezione''. A chiederlo con forza, proprio nei giorni in cui l'Agenzia italiana del farmaco sta trattando il prezzo del medicinale per uso compassionevole, è il presidente dell'Associazione politrasfusi italiani, Angelo Magrini, sottolineando che i pazienti rinuncerebbero all'attuale indennizzo a fronte della possibilità di ricevere la cura. Sono 80mila gli italiani, ricorda Magrini, che hanno contratto epatite C e/o Aids a seguito di emotrasfusioni infette, dei quali 3.631 sono ad oggi deceduti: ''Per effetto della legge 210 del 1992 - spiega - a queste persone, alle quali è stato riconosciuto un danno da epatite o Aids, lo Stato garantisce un indennizzo pari a 1400 euro bimestrali''. Inoltre, chiarisce, ''in aggiunta agli indennizzi, sono state fatte dai malati che rientravano nei parametri previsti dalla legge delle cause per danno biologico: il risarcimento dovrebbe ora sbloccarsi, come annunciato dal ministero della Salute, a favore di 6.500 persone''. Quello degli indennizzi resta, però, un ''problema'': ''Molte Regioni, infatti, specie al Sud - denuncia Magrini - non pagano gli indennizzi bimestrali, per problemi di cassa che determinano un utilizzo diverso di queste risorse economiche. Al danno, dunque, si aggiunge la beffa''. Ma a questa situazione si potrebbe rimediare: ''Da pazienti politrasfusi con epatite C - afferma - chiediamo di avere subito accesso al nuovo farmaco Sofosbuvir, al posto dell'indennizzo bimestrale. In questo modo il Sistema sanitario risparmierebbe in termini di terapie e pendolarismo della salute a favore della qualità di vita dei pazienti''. Purtroppo però, è la denuncia di Magrini, ''le multinazionali che producono questo farmaco hanno fatto un cartello per guadagnare il più possibile in Europa. In Egitto invece, ad esempio, il trattamento è già disponibile ad un costo pari a 20 mila euro per l'intero ciclo di 12 settimane. Se si potesse avere accesso al farmaco ad un costo simile anche in Italia, si garantirebbe la guarigione a tanti pazienti, ma anche un risparmio per lo Stato''. ''Noi siamo cittadini vittime innocenti dello Stato ed abbiano diritto ad una corsia preferenziale per il danno causatoci: abbiamo avanzato richiesta per ottenere il farmaco lo scorso giugno alla Consulta nazionale del ministero della Salute per la lotta all'Aids e l'Epatite. Ad oggi però - conclude il presidente dell'Associazione politrasfusi - non c'e' stata risposta''.
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