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Costume e società
31 Dicembre 2025 - 16:11
Juan Pedro Franco
È morto Juan Pedro Franco, l’uomo che per anni è stato indicato come il più grasso del mondo. Aveva 41 anni ed è deceduto in Messico alla vigilia di Natale, il 24 dicembre, a causa di una grave infezione renale che il suo fisico, già duramente provato, non è riuscito a superare.
La sua morte chiude una vicenda che aveva fatto il giro del pianeta, raccontata spesso come una curiosità da record, molto più raramente come una storia di malattia, solitudine e marginalità. Quando il suo nome diventa noto ai media internazionali, tra il 2016 e il 2017, Juan Pedro Franco pesa quasi 600 chili, tra i 584 e i 590. È immobilizzato da anni, prigioniero di un letto, dipendente da altre persone per ogni gesto quotidiano. Il suo corpo è diventato una gabbia.
L’obesità estrema non arriva all’improvviso. Inizia da bambino, dopo un incidente che lo costringe a lunghi periodi di inattività. Da lì il peso cresce senza controllo, mentre la vita si restringe. Poche risorse economiche, cure assenti o inadeguate, una condizione che si aggrava fino a diventare irreversibile. Franco smette di uscire di casa, poi di camminare, infine di muoversi.
La svolta arriva quando un’équipe medica decide di tentare un percorso che sembra impossibile. Dieta rigidissima, mesi di preparazione e più interventi di chirurgia bariatrica, seguiti dal chirurgo José Antonio Castañeda. Non un’operazione miracolosa, ma un processo lungo, doloroso, rischioso. Eppure funziona. Nel giro di alcuni anni Juan Pedro Franco perde oltre 300 chili, arrivando a eliminarne più di 330 secondo alcune stime.
Con la perdita di peso tornano movimenti che sembravano perduti per sempre. Riesce di nuovo a stare in piedi, a sedersi, a muovere qualche passo. Non guarisce mai davvero, ma riconquista una parziale autonomia e una nuova dignità, mostrando al mondo che dietro quel corpo c’era una persona, non un fenomeno da esibire.

Il suo fisico, però, resta segnato in modo profondo. Anni di obesità estrema lasciano conseguenze irreversibili: organi compromessi, infezioni ricorrenti, un equilibrio sempre fragile. Fino all’epilogo. L’infezione renale che lo ha ucciso chiude una vita vissuta troppo spesso ai margini, osservata più che compresa.
La morte di Juan Pedro Franco non è solo la fine di un primato. È il fallimento di un sistema che interviene quando è già tardi, di una società che preferisce contare i chili piuttosto che interrogarsi sulle cause. Una storia che non dovrebbe essere ricordata per il numero sulla bilancia, ma per ciò che racconta su povertà, salute, prevenzione e abbandono.
Insomma, non muore “l’uomo più grasso del mondo”. Muore un uomo. E dietro il titolo, questa volta, c’era una vita vera.
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