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Barriera di Milano tra degrado e cacca: la città che Stefano Lo Russo finge di non vedere

Segnalazioni su segnalazioni, rifiuti, bivacchi e bisogni fisiologici in strada: le ultime denunce di Verangela Vera Marino inchiodano l’Amministrazione Lo Russo alle sue responsabilità

Barriera di Milano tra degrado e cacca: la città che Stefano Lo Russo finge di non vedere

Barriera di Milano tra degrado e cacca: la città che Stefano Lo Russo finge di non vedere

Nel quartiere Barriera di Milano il degrado non è arrivato all’improvviso. Si è depositato, giorno dopo giorno, come polvere che nessuno si è preso la briga di spazzare via. E mentre le istituzioni parlano di inclusione, rigenerazione e politiche sociali, il quartiere continua a fare i conti con una realtà molto più concreta: sporcizia, insicurezza, incuria e solitudine.

Da mesi, a raccontarla nero su bianco è Verangela Vera Marino, capogruppo di circoscrizione di Fratelli d’Italia, che continua a documentare una situazione ormai ben nota ai residenti. Anche negli ultimi giorni lo ha fatto attraverso segnalazioni puntuali, corredate da fotografie e chiamate alle forze dell’ordine. Non annunci né slogan, ma cronaca spicciola, quella che non fa rumore ma che consuma la quotidianità di chi a Barriera ci vive davvero.

Questa mattina l’ennesimo episodio nell’area compresa tra piazza Bottesini, via Clementi e via Crescentino. Nel giardino pubblico della piazza una giovane donna, già nota alle forze dell’ordine, dormiva a terra, all’aperto, in pieno inverno. Una scena che da sola racconta il cortocircuito di Barriera di Milano: fragilità sociale abbandonata a se stessa, spazi pubblici trasformati in bivacchi improvvisati, cittadini costretti ad assistere impotenti.

La chiamata al numero unico di emergenza è stata immediata. Sul posto sono arrivati due agenti della Polizia di Stato, che hanno prestato soccorso alla ragazza e tentato di convincerla ad accettare un aiuto concreto, proponendo il trasferimento in un dormitorio. Il tentativo, però, è fallito. La giovane ha rifiutato. L’intervento si è concluso con l’allontanamento dall’area verde e il ripristino di condizioni minime di sicurezza e decoro.

«Ringrazio le forze dell’ordine per la professionalità e la tempestività», afferma Marino, ma la questione – chiarisce – va ben oltre il singolo intervento. «Ogni volta che emergono situazioni come queste, chi predica il sociale non si vede mai. Tutti pronti a parlare, nessuno disposto a essere presente davvero sul territorio». Una critica che diventa apertamente politica quando chiama in causa il Comune di Torino e il sindaco Stefano Lo Russo, accusati di non mettere in campo soluzioni strutturali e di lasciare immobili pubblici inutilizzati o fuori controllo, invece di destinarli a servizi reali per i quartieri più fragili.

Ma Barriera di Milano non è solo emergenza sociale. È anche degrado sistematico. Lo dimostra quanto accade da tempo tra via Vestignè e via Palestrina, dove – secondo le segnalazioni – un solo soggetto riesce a trasformare una strada intera in una discarica a cielo aperto. Ogni notte i cassonetti vengono svuotati, i rifiuti sparsi su marciapiedi e carreggiata. Un comportamento ripetuto e continuo che rende vani gli interventi del personale Amiat, costretto a tornare più volte sul posto senza mai risolvere il problema alla radice.

La situazione è aggravata da episodi che i residenti definiscono ormai insostenibili: l’uomo, noto alle forze dell’ordine, urinerebbe e defecherebbe tra le auto parcheggiate, creando un serio problema igienico-sanitario. E non si tratta di una via qualunque. Qui si trova infatti un istituto scolastico, frequentato ogni giorno da decine di bambini, costretti a passare tra sacchi di immondizia, cattivi odori e sporcizia diffusa. Una normalità che normale non è più.

La documentazione fotografica è stata inoltrata ai vertici politici del partito, con una richiesta precisa: interventi concreti, non semplici pulizie tampone destinate a durare poche ore. Tra le ipotesi avanzate, anche l’installazione di una telecamera di sorveglianza per monitorare l’area e dissuadere comportamenti che stanno esasperando i residenti.

Il quadro si completa con il tema della sicurezza stradale, altro nervo scoperto del quartiere. Due segnalazioni in poche ore: segnaletica completamente abbattuta all’incrocio tra via Candia e via Crescentino e alla rotonda di piazza Respighi. In entrambi i casi è intervenuta la Polizia Locale, che ha messo in sicurezza le aree delimitandole con nastro rosso in attesa del ripristino. Ma anche qui resta una domanda sospesa: quanto tempo servirà prima che tutto venga sistemato definitivamente?

E non è finita. Nel tratto compreso tra via Vestignè e via Palestrina, una voragine sulla carreggiata è ancora lì, nonostante il continuo passaggio di pedoni e automobilisti. Un pericolo segnalato più volte, che attende ancora una risposta concreta.

Tre segnalazioni in poche ore. Tre facce diverse dello stesso problema. Ma soprattutto l’ennesima conferma di un degrado che non è episodico, bensì strutturale. E mentre le forze dell’ordine continuano a intervenire per contenere le emergenze, la politica cittadina resta sullo sfondo, spesso assente, quasi infastidita da una realtà che smentisce le narrazioni ufficiali.

Insomma, Barriera di Milano non chiede proclami né lezioni di morale. Chiede presenza, controllo e responsabilità. Chiede di essere governata. E oggi, semplicemente, non lo è.

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