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27 Dicembre 2025 - 11:37
San Savino 2026, ritorna il direttore artistico (anche se non si è mai visto)
All’albo pretorio del Comune di Ivrea si comincia già a parlare della festa patronale di San Savino. E non di date, cavalli o spettacoli, ma di regia. C’è infatti un provvedimento con cui la Giunta comunale guidata dal sindaco Matteo Chiantore ha deciso di continuare con la figura del direttore artistico, confermando un modello introdotto nel 2024 e che, almeno nelle intenzioni dell’amministrazione, dovrebbe diventare strutturale. Non un bando vero e proprio, non una selezione già avviata, ma una scelta politica presa a monte, prima ancora di stabilire tempi, scadenze e modalità.
Ad oggi – ed è bene dirlo chiaramente – non esiste ancora alcuna data per la raccolta delle manifestazioni di interesse. Nessun termine fissato, nessun “entro il” da cerchiare in rosso sul calendario. La procedura, semplicemente, non è partita. Quello che c’è è la volontà dell’amministrazione di ribadire un concetto semplice e piuttosto perentorio: San Savino avrà un direttore artistico. Chi sarà, lo si vedrà. Quando, pure.

Sarà il secondo direttore artistico. Il primo era arrivato nel 2024, anno della “prima volta”. Allora si erano presentati in sei, sei professionisti ascoltati direttamente dal segretario generale Gerardo Birolo e dal primo cittadino Matteo Chiantore, protagonisti delle audizioni e della decisione finale. Dopo i colloqui, la scelta era caduta su Davide Barbato.
Fuori dai giochi erano rimasti nomi tutt’altro che secondari: Paola Bruna, vicepresidente di Confindustria Canavese e Head of Group Marketing & Communication di RGI Spa; Romeo Grosso, produttore del Festival “La mia Generazione” di Ancona; Stefania Ricci, artista e fotografa di Ivrea; e Annamaria Alessio di Puzzle Agency. Un parterre tutt’altro che improvvisato, che già allora aveva chiarito come la selezione non fosse una questione di punteggi o graduatorie, ma una scelta fortemente discrezionale, rivendicata come tale.
Negli atti ufficiali, come sempre, la motivazione è scolpita nel marmo: le risorse umane interne non sono sufficienti. Non bastano per organizzare la fiera equina, non bastano per gli eventi collaterali, non bastano per lo spettacolo pirotecnico, non bastano per la promozione turistico-territoriale. Insomma, non bastano quasi per nulla. Da qui la necessità – si legge – di affidarsi a un professionista esterno, capace di tenere insieme i pezzi e soprattutto di coordinarsi con chi si occupa materialmente dell’organizzazione della festa, affidata dal 2024 per tre anni all’associazione Eporedia 2004 di Elvio Gambone, dopo cinque anni di gestione dell’Associazione “Festa e fiera di San Savino” guidata da Renzo Galletto.
Peccato che, proprio su questo punto, negli ultimi due anni le opposizioni abbiano sollevato più di una perplessità. La critica principale, ripetuta più volte in Consiglio comunale e fuori, è sempre stata la stessa: un direttore artistico che “non si è visto”. Una figura evocata nei documenti, citata nei comunicati, ma difficilmente intercettabile nella realtà concreta della città. Un direttore artistico presente sulla carta, molto meno nei fatti, almeno secondo i gruppi di minoranza.
Eppure, sulla carta, il ruolo è tutt’altro che invisibile. Il direttore artistico dovrebbe indirizzare e condurre l’intero programma di eventi, coordinare tutte le attività previste, assumersi la responsabilità delle manifestazioni sotto il profilo artistico e diventare il referente unico per contenuti e scelte creative. Una sorta di regista onnipresente, chiamato a dare un’identità precisa alla patronale.
Non solo. Tra i suoi compiti rientrano anche la comunicazione, la grafica degli eventi e perfino la ricerca di nuovi bandi di finanziamento. In altre parole, una figura che dovrebbe essere ovunque: dietro le quinte, davanti ai manifesti, nei progetti e nei dossier per intercettare fondi. Eppure, secondo le opposizioni, tutta questa onnipresenza si sarebbe tradotta in una presenza quantomeno evanescente.
Questa volta, però, c’è una novità non da poco: l’incarico sarà limitato a un solo anno, senza possibilità di rinnovo. Una scelta che, ufficialmente, rafforza il carattere temporaneo e flessibile del ruolo. Ufficiosamente, consente all’amministrazione di tenere il direttore artistico sotto osservazione, con la possibilità di cambiare strada già dall’edizione successiva, senza troppi strappi.
A completare il quadro c’è anche l’aspetto economico. Il compenso previsto per il direttore artistico è pari a 6.100 euro lordi. Una cifra onnicomprensiva, destinata a coprire tutte le attività previste dall’incarico: dalla programmazione artistica alla comunicazione, dalla grafica alla ricerca di nuovi bandi di finanziamento.
Questa volta, però, c’è una novità non da poco: l’incarico sarà limitato a un solo anno, senza possibilità di rinnovo. Una scelta che, ufficialmente, rafforza il carattere temporaneo e flessibile del ruolo. Ufficiosamente, consente all’amministrazione di tenere il direttore artistico sotto osservazione, con la possibilità di cambiare strada già dall’edizione successiva, senza troppi strappi.
Il quadro che emerge è quindi piuttosto chiaro. Prima si decide il modello, poi si penserà ai nomi. Direzione artistica sì, ma a tempo, non comparativa e con la decisione finale che resta saldamente nelle mani del sindaco. Il tutto mentre ancora non c’è una data per candidarsi e mentre sullo sfondo resta una domanda che le opposizioni continuano a ripetere, anno dopo anno: questa direzione artistica serve davvero?
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