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26 Dicembre 2025 - 10:10
Monte Bianco, la vetta si abbassa: 2,7 metri in meno
Il Monte Bianco si è abbassato. La vetta più alta d’Europa oggi misura 4.807,3 metri, contro i 4.810 della rilevazione precedente. Due metri e settanta in meno che non sono una curiosità da primato, ma una fotografia netta della velocità con cui il cambiamento climatico sta risalendo le montagne. Anche quelle che, fino a poco tempo fa, sembravano fuori portata.
Il dato arriva dalla Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur e dal Laboratoire Edytem dell’Université de Savoie Mont-Blanc, che hanno ufficializzato la nuova quota nell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai. Un contesto che trasforma una misurazione locale in un segnale globale. Il punto non è la roccia, che resta dov’è, ma il cappello di ghiaccio sommitale, sempre più sottile. È lì che la montagna perde centimetri, e con loro certezze.
Il rilievo non si è limitato a stabilire l’altezza della vetta. L’obiettivo era ricostruire con precisione l’intera area sommitale, creando una base di riferimento per misurare nel tempo l’evoluzione della cima. Droni, telerilevamento e georadar hanno permesso di definire uno stato zero accurato e replicabile, destinato a diventare il punto di partenza per osservare come e quanto il Monte Bianco cambierà nei prossimi anni.
Una serie storica di misurazioni esiste già. Da decenni i geometri dell’Alta Savoia rilevano la quota del Monte Bianco con campagne biennali. Finora le variazioni erano considerate fisiologiche, legate al vento, alle stagioni, alle dinamiche naturali di una cima di ghiaccio. Ma i dati più recenti indicano l’avvio di un trend di diminuzione graduale e costante. Non un crollo improvviso, ma una discesa lenta e continua. Proprio per questo, più significativa.
Il fatto che il segnale arrivi oltre i 4.800 metri pesa più di qualsiasi grafico. A quote considerate per anni quasi immuni, il cambiamento climatico mostra ora effetti misurabili e inequivocabili. Anche le aree estreme, quelle che sembravano protette dall’altitudine, entrano nel raggio d’azione della crisi climatica. Un confine simbolico che si sposta verso l’alto, mentre il ghiaccio si ritira.
La riduzione del ghiaccio sulla cima del Monte Bianco non riguarda solo alpinisti o addetti ai lavori. È un indicatore dello stato di salute della biosfera, una misura indiretta della rapidità con cui stiamo modificando equilibri millenari. Da qui l’urgenza di monitoraggio continuo, cooperazione scientifica e investimenti concreti in ricerca e prevenzione. Perché il problema non è che la vetta si abbassi di qualche metro. Il problema è la traiettoria. E quella, oggi, parla chiaro.
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