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23 Dicembre 2025 - 10:43
Chi ha fatto saltare in aria il generale che addestrava l’esercito russo a Mosca
Una mattina d’inverno, un parcheggio di periferia, l’odore acre di metallo e plastica bruciati. Alle 06:55 ora di Mosca, in via Yasenevaya, un SUV KIA Sorento avanza di pochi metri. Poi l’esplosione. Sul sedile di guida c’è Fanil Sarvarov, il generale che negli ultimi anni ha diretto la Direzione dell’addestramento operativo dello Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione Russa. Un ordigno collocato sotto la scocca colpisce in pieno il veicolo. Sarvarov viene trasportato d’urgenza in ospedale ma muore poco dopo per le ferite riportate. Il Comitato Investigativo della Federazione Russa apre immediatamente un fascicolo per omicidio e traffico illegale di esplosivi, ipotizzando tra le piste anche il coinvolgimento dei servizi di sicurezza ucraini. Da Kyiv non arriva alcuna rivendicazione ufficiale. Sul sito ucraino non istituzionale Myrotvorets, noto per catalogare personalità considerate nemiche dell’Ucraina, la scheda del generale viene aggiornata con una sola parola: liquidato. È il 22 dicembre 2025 e la guerra tra Russia e Ucraina, nel suo livello meno visibile ma più mirato, torna a colpire nel territorio della capitale russa.
Nel panorama degli omicidi mirati che hanno interessato figure militari e istituzionali russe negli ultimi anni, il profilo di Sarvarov è considerato particolarmente sensibile. Non era un comandante impegnato direttamente al fronte, ma l’uomo responsabile di trasformare dottrina, esperienza operativa e risorse umane in capacità militari concrete. La Direzione dell’addestramento operativo è il nodo attraverso cui passano i cicli di formazione delle unità, le rotazioni dei reparti, gli standard di tiro, l’integrazione tra fanteria, artiglieria, mezzi corazzati, droni e guerra elettronica. È l’ufficio che misura la capacità di un esercito di apprendere mentre combatte. Secondo analisti militari citati dalla stampa internazionale, colpire una figura come Sarvarov significa intervenire direttamente sul processo di adattamento delle forze russe, non solo sulla loro immagine.

La dinamica dell’attentato, secondo la ricostruzione preliminare degli investigatori, indica un ordigno fissato sotto il veicolo, probabilmente attivato al momento dell’avviamento o tramite innesco remoto. Le immagini diffuse dai media russi mostrano la scocca distrutta, vetri in frantumi e tracce di sangue sul sedile del conducente. Alcune testate parlano di danni ad almeno sette automobili parcheggiate nelle vicinanze. La potenza dell’esplosivo viene stimata intorno ai 300 grammi di TNT equivalente. Il Cremlino conferma che il presidente Vladimir Putin è stato informato «immediatamente». L’indagine viene aperta ai sensi dell’Articolo 105, parte 2 del Codice penale russo (omicidio commesso con modalità socialmente pericolose) e dell’Articolo 222.1 (traffico illegale di esplosivi).
Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti compare anche la possibile matrice ucraina. È una formula già utilizzata in casi simili, come l’uccisione del generale Igor Kirillov, capo delle truppe di protezione Nbc (Nucleare, biologica e chimica), avvenuta a Mosca nel dicembre 2024, e quella di Yaroslav Moskalik, vicecapo della Direzione operazioni dello Stato Maggiore, assassinato a Balashikha nell’aprile 2025. In quei casi, Kyiv ha alternato rivendicazioni indirette, silenzi e smentite. Per l’attentato a Sarvarov, terzo omicidio eccellente di un alto ufficiale nell’area di Mosca in poco più di un anno, non ci sono al momento prese di posizione ufficiali. Tuttavia, il metodo utilizzato — ordigni occultati, sorveglianza preventiva, colpi in aree residenziali — ricalca schemi già osservati in precedenti operazioni attribuite a strutture di intelligence.
Fanil Fanisovič Sarvarov nasce l’11 marzo 1969 a Gremyachinsk, nella regione di Perm. Entra giovanissimo nelle forze corazzate. Si diploma nel 1990 alla Scuola superiore di comando carri di Kazan, prosegue nel 1999all’Accademia militare delle forze corazzate “R.Ya. Malinovsky” e completa il percorso nel 2008 all’Accademia dello Stato Maggiore. Un itinerario tipico degli ufficiali destinati a incarichi di pianificazione strategica. Tra il 1992 e il 2003 partecipa al conflitto osseto-inguscio e ai due cicli della guerra in Cecenia, guidando reparti in più rotazioni operative. Nel 2015-2016 figura nello staff dell’intervento russo in Siria, con compiti di pianificazione e coordinamento a supporto delle forze impiegate a sostegno del governo di Bashar al-Assad. Dal 2016 assume la guida della Direzione dell’addestramento operativo dello Stato Maggiore, incarico mantenuto fino alla morte. Secondo fonti aperte, dopo l’inizio della guerra in Ucraina contribuisce alla revisione dei percorsi di addestramento, con particolare attenzione all’impiego dei droni, alla logistica e alla difesa contro sistemi senza pilota.
Il suo profilo onorifico comprende l’Ordine al Coraggio, l’Ordine al Merito per la Patria di I e II classe, l’Ordine al Merito Militare e la Medaglia di Suvorov. Un decreto presidenziale del maggio 2024 lo promuove a generale, ma le fonti divergono sul grado esatto: alcune parlano di generale colonnello, altre di generale tenente, qualifica riportata nelle prime comunicazioni ufficiali e dalle agenzie internazionali. Una discrepanza che riflette la frammentazione delle informazioni nelle ore successive all’attentato.
La struttura che Sarvarov dirigeva non era un ufficio teorico. La Direzione dell’addestramento operativo definisce gli standard di prontezza al combattimento, programma le esercitazioni a livello tattico e operativo, valida le tattiche derivate dall’esperienza sul campo, coordina la rotazione delle unità e gestisce l’addestramento congiunto con partner esteri. Dal 2022, al suo interno vengono elaborate le risposte agli shock subiti dalle forze russe in Ucraina: revisione della logistica, dispersione dei depositi, integrazione tra artiglieria, ricognizione e guerra elettronica, difesa contro Uas(Unmanned Aircraft Systems). In questo contesto, il direttore rappresenta un nodo centrale di competenze e informazioni.
L’omicidio di Sarvarov si inserisce in una sequenza che ha già colpito settori chiave dello Stato Maggiore: operazioni, difesa Nbc, addestramento. La ripetizione delle modalità suggerisce un lavoro di intelligence strutturato, con sorveglianza prolungata e capacità logistiche significative. Ogni attentato ha avuto un impatto immediato sulla percezione della sicurezza nella regione di Mosca e ha alimentato pressioni politiche interne per rafforzare i controlli e individuare i responsabili.
Sul piano operativo, l’eliminazione di Sarvarov apre una fase di transizione in un momento in cui l’esercito russo sta accelerando il ricambio delle unità al fronte e l’adattamento delle procedure. La sostituzione al vertice della Direzione avverrà, ma eventuali ritardi nella standardizzazione e nella valutazione delle unità potrebbero avere effetti meno visibili ma concreti. Sul piano politico, l’episodio indebolisce ulteriormente la narrativa di sicurezza interna. Sul piano internazionale, si colloca mentre proseguono contatti esplorativi tra Stati Uniti, Russia e Ucraina, rischiando di irrigidire le posizioni pubbliche.
La comunicazione ufficiale russa ha presentato Sarvarov come un servitore dello Stato, sottolineando una vita personale descritta come sobria, l’assenza di scorta fissa e l’uso di un’auto non blindata. È una narrazione che insiste sulla normalità e sulla dedizione, funzionale a rafforzare un’immagine di resilienza nazionale. Restano però domande aperte: chi ha collocato l’ordigno, come sono stati superati i livelli di sorveglianza, se esista un filo operativo che colleghi questo attentato a quelli precedenti. Le indagini su telecamere e traffico telefonico dovranno chiarire questi punti.
Il nome di Fanil Sarvarov si aggiunge a una lista che, dal 2022, comprende militari, funzionari e figure del fronte informativo. In ogni caso, uno schema ricorrente: versioni iniziali contrastanti, accuse incrociate, prove parziali. La sua morte pesa perché colpisce una funzione più che una figura simbolica: la capacità di un esercito di imparare mentre combatte. In una guerra che è anche competizione di adattamento, colpire chi governa l’addestramento equivale a intervenire direttamente su uno dei meccanismi che tengono in piedi lo sforzo militare.
Fonti: Comitato Investigativo della Federazione Russa, agenzia TASS, RIA Novosti, Reuters, Associated Press, Myrotvorets, Ministero della Difesa della Federazione Russa, analisi di Institute for the Study of War.
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