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21 Dicembre 2025 - 23:07
Crociera sul Nilo: un’italiana è morta a 30 chilometri da Luxor
Una scossa improvvisa, un boato sordo, il metallo che graffia il silenzio del Nilo mentre il sole cala. All’interno delle cabine le luci oscillano, i bicchieri tintinnano, l’urto arriva alle spalle senza preavviso e in pochi secondi una vacanza diventa emergenza. Sulla nave da crociera Royal Beau Rivage viaggiano tra i settanta e gli ottanta turisti italiani. Una donna perde la vita. Secondo quanto ricostruito nelle prime ore, l’impatto tra due imbarcazioni distrugge almeno quattro cabine e la violenza dell’oscillazione provoca la caduta della vittima all’interno della propria stanza. L’incidente avviene a circa trenta chilometri da Luxor, intorno alle 19 locali di domenica 21 dicembre 2025. La notizia raggiunge l’Italia in serata. La conferma arriva dalla Farnesina, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Gli uffici consolari contattano il coniuge della donna e attivano l’assistenza per gli altri connazionali a bordo. Le verifiche proseguono per escludere ulteriori criticità.
Le autorità italiane diffondono anche l’identità della vittima. Si chiamava Denise Ruggeri, aveva 47 anni ed era originaria de L’Aquila. Viaggiava con il marito. La prima ricostruzione indica che la caduta in cabina, nel momento dell’urto tra le due navi, sia stata fatale. In serata il Consolato d’Italia in Egitto e l’Unità di Crisi del MAECIavviano il coordinamento con i tour operator e con il console onorario a Luxor. Le priorità sono chiare: assistenza ai cittadini italiani, accertamenti sanitari, raccolta delle testimonianze utili a ricostruire l’accaduto.

Le note ufficiali del MAECI riferiscono che il ministro Antonio Tajani viene costantemente aggiornato. Sui canali istituzionali vengono indicati i numeri di emergenza per i connazionali presenti nella zona, compresi quelli dell’Ambasciata d’Italia al Cairo e dell’Unità di Crisi. È una procedura standard che prevede il raccordo con le strutture ospedaliere locali, le forze dell’ordine egiziane e la compagnia di navigazione coinvolta.
La collisione avviene su uno dei tratti più trafficati del turismo fluviale egiziano, tra Luxor ed Esna, lungo la rotta classica delle crociere dirette verso Aswan. È un segmento particolarmente affollato, soprattutto nel periodo invernale, quando il flusso di visitatori internazionali cresce sensibilmente. Alcuni media locali collocano l’urto nei pressi della chiusa di Esna, un passaggio obbligato che spesso genera rallentamenti e congestioni del traffico fluviale. Le autorità, però, non confermano ufficialmente le coordinate precise e rinviano alla relazione tecnica della River Transport Authority, l’ente egiziano che sovrintende alla navigazione interna.
La Royal Beau Rivage, una delle due unità coinvolte, riporta danni strutturali evidenti. Le prime verifiche parlano di cabine devastate, paratie interne deformate e oggetti scagliati contro pareti e pavimenti. La dinamica dell’incidente, se si sia trattato di un contatto laterale o di un urto durante una manovra, resta oggetto di accertamento. Non risultano incendi né allagamenti tali da compromettere la galleggiabilità della nave, ma i controlli proseguono con il supporto di tecnici navali locali.
In Egitto, in caso di collisione tra imbarcazioni turistiche, si apre un fascicolo presso la Procura competente e interviene una commissione tecnica della River Transport Authority. Vengono analizzati i registri di navigazione, i dati dei sistemi radar e sonar di bordo, gli ordini impartiti in plancia, le condizioni del traffico e della visibilità al momento dell’evento, oltre a eventuali restrizioni temporanee presenti lungo il canale. Solo al termine di questi accertamenti sarà possibile stabilire eventuali responsabilità, che potrebbero derivare da errori umani, problemi tecnici o da una combinazione di fattori.
L’incidente del 21 dicembre si inserisce in una fase di forte pressione sul sistema delle crociere fluviali del Nilo. A fine ottobre 2025 una nave turistica prende fuoco nei pressi di Esna con circa 220 persone a bordo, tra cui numerosi italiani. In quell’occasione l’evacuazione avviene senza vittime, come confermato anche da fonti italiane. Pochi giorni prima un’altra imbarcazione urta un pilone del ponte di Kalabsha, nell’area di Aswan, causando danni alla prua ma nessun ferito. Episodi diversi, ma accomunati da un contesto di traffico intenso e infrastrutture messe sotto stress.
Subito dopo la collisione, i contatti tra la Farnesina, l’Ambasciata d’Italia al Cairo e i tour operator responsabili dei gruppi a bordo si intensificano. La procedura prevede la ricognizione delle condizioni sanitarie dei passeggeri, l’eventuale predisposizione di trasferimenti a terra o su altre unità e, se necessario, il supporto psicologico. Per la Royal Beau Rivage le prime valutazioni parlano di un rientro in sicurezza e di ulteriori verifiche tecniche prima di decidere se proseguire la navigazione. In parallelo, le autorità italiane mantengono un contatto costante con il marito di Denise Ruggeri e con i testimoni dell’incidente.
Le cifre fornite nelle prime ore indicano che sulla Royal Beau Rivage si trovavano tra settanta e ottanta turisti italiani. Le verifiche sanitarie non segnalano, al momento, altri casi gravi tra i connazionali. È una situazione in evoluzione, in cui le testimonianze devono essere raccolte e confrontate con i dati tecnici.
La rotta Luxor–Aswan resta una delle più amate dal turismo internazionale. I complessi di Karnak, la Valle dei Re, Edfu e Kom Ombo attirano ogni anno migliaia di visitatori. Ma nei periodi di alta stagione questa attrattività comporta una logistica complessa, con chiuse affollate, ormeggi saturi e precedenze da gestire in spazi ristretti. Gli episodi dell’autunno e l’incidente del 21 dicembre riportano l’attenzione sulla formazione degli equipaggi, sulla manutenzione delle navi e sull’aggiornamento delle procedure operative.
Nelle ore successive emergono anche discrepanze tra le prime notizie diffuse dai media egiziani e le comunicazioni ufficiali italiane. Alcuni resoconti locali confermano il trasporto in ospedale e collocano l’incidente vicino alla chiusa di Esna, ma su età e condizioni della vittima forniscono dati non sempre coincidenti. Le autorità italiane identificano con chiarezza la donna come Denise Ruggeri, 47 anni, e invitano alla cautela fino alla pubblicazione degli atti ufficiali dell’indagine.
Gli investigatori, come avviene in casi analoghi, concentrano l’attenzione su fattori ricorrenti nelle collisioni fluviali: la congestione del traffico nei punti obbligati, la qualità delle comunicazioni radio tra le plance e le condizioni operative legate alla luce serale, alle correnti e allo stato dei sistemi di propulsione. Senza dati certificati, ogni ipotesi resta prematura.
Per i viaggiatori, le autorità ricordano alcune precauzioni di buon senso, già previste dalle prassi del turismo fluviale egiziano, soprattutto durante le manovre serali e il transito in chiusa. Le comunicazioni istituzionali ribadiscono anche i numeri utili per l’assistenza consolare, tra cui quello dell’Unità di Crisi del MAECI e dell’Ambasciata d’Italia al Cairo.
La morte di Denise Ruggeri impone una riflessione che va oltre la cronaca. Chiarire le responsabilità significa prevenire nuovi incidenti e rafforzare l’affidabilità di un sistema turistico che coinvolge compagnie di navigazione, autorità di controllo e partner internazionali. Le domande aperte riguardano l’identità e le condizioni della seconda imbarcazione coinvolta, le eventuali segnalazioni in vigore al momento dell’urto e la dimissione tecnica della Royal Beau Rivage. Le risposte arriveranno dalle relazioni tecniche e dagli atti dell’inchiesta egiziana nelle prossime settimane.
Il Nilo resta una grande arteria turistica e lavorativa. Ogni incidente, dall’incendio di Esna all’urto di Kalabsha, fino alla collisione del 21 dicembre, evidenzia la necessità di standard più elevati nella gestione di un traffico in crescita. È una responsabilità condivisa che riguarda sicurezza, manutenzione e controllo, perché il racconto di questi luoghi non debba più intrecciarsi con una tragedia.
Fonti: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Farnesina), Ambasciata d’Italia al Cairo, Unità di Crisi MAECI, Consolato d’Italia in Egitto, River Transport Authority, media egiziani locali, comunicazioni ufficiali dei tour operator coinvolti.
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