La cava di Campore non si farà: Babbo Natale arriva in anticipo a Cuorgnè

Agli abitanti di Campore, frazione di Cuorgnè, Babbo Natale ha portato un bel regalo: la contestata cava, chiusa negli Anni Settanta e che la Scaviter Morletto voleva riattivare, non verrà riaperta. Possono tirare un sospiro di sollievo i residenti della frazione cuorgnatese, ma anche quelli della dirimpettaia Borgata di Doblazio, nel Comune di Pont.

Pure per gli alpettesi è una bella notizia: il complicato progetto messo in piedi prevedeva di far transitare i camion con il materiale estratto lungo un tratto della Provinciale che collega il paese al fondovalle, dopo aver fatto loro risalire un pendìo scosceso. In generale è una bella notizia per tutti coloro che hanno a cuore la difesa dell’ambiente naturale e la salute delle persone.

A comunicare la novità è stata il sindaco di Cuorgnè, Giovanna Cresto, nel corso delle sue Comunicazioni in apertura del Consiglio Comunale di mercoledì 17 dicembre: l’impresa ha rinunciato grazie alla legge del 2000 che impedisce il cambio di destinazione d’uso sui terreni percorsi da incendi per un periodo di almeno 15 anni.

Nell’autunno 2017 l’area era stata interessata dal fuoco e, una volta tanto, un evento negativo ha generato una conseguenza positiva: fino al 2032 non si rischia, poi si vedrà.

Il Comune di Cuorgnè si era appellato a questa norma per opporsi: “Si tratta di un dato molto oggettivo” ha sottolineato il sindaco. La Città Metropolitana aveva così sospeso il procedimento. La Scaviter aveva fatto ricorso al TAR e l’udienza di merito, fissata per l’11 febbraio 2026, sembrava inevitabile. Ma ecco la sorpresa: l’impresa ha rinunciato e così il Tribunale Amministrativo Regionale ha dichiarato l’improcedibilità “per sopravvenuta carenza d’interesse da parte del ricorrente”.